
Dopo Gasperini, chi guiderà l’Atalanta?
Le parole di Gian Piero Gasperini, domenica sera alla Domenica Sportiva, sono sembrate una velata conferma di quanto già da settimane si vocifera nei corridoi di Zingonia: il ciclo più bello della storia nerazzurra potrebbe chiudersi presto, e Gasp lascia intendere che il futuro potrebbe portarlo lontano da Bergamo. «L'Atalanta è cresciuta molto, è cambiata la proprietà, e probabilmente cambieranno anche le idee. Sarà giusto che si vada avanti diversamente». Parole che lasciano poco spazio all’immaginazione: il tecnico più amato dalla tifoseria atalantina pare davvero prossimo all’addio.
Ora, però, il tempo della nostalgia deve lasciare spazio a quello della progettualità. Chi raccoglierà l’eredità pesante del mago di Grugliasco? Tra i nomi più intriganti c’è certamente quello di Maurizio Sarri, tecnico dalla filosofia calcistica marcata, fatta di possesso palla, pressing alto e ricerca continua della qualità nel gioco. A Bergamo, Sarri potrebbe trovare un ambiente ideale per un calcio ambizioso e offensivo, senza troppi compromessi. Sarebbe un passaggio coerente dal calcio intenso di Gasperini a quello tecnico e ragionato del tecnico che, dalla sua, può vantare anche un'esperienza europea.
C’è poi una suggestione clamorosa, forse più da sognatori che da realisti, ma che ha già iniziato a far battere il cuore ai tifosi più romantici: Roberto Mancini. Perché sì, immaginare Mancini seduto sulla panchina atalantina è una prospettiva affascinante: elegante, vincente, abituato a grandi palcoscenici. Potrebbe essere l’uomo giusto per un’Atalanta che oggi, dopo tante qualificazioni europee consecutive, aspira apertamente alla consacrazione definitiva tra le grandi. Un sogno difficile ma non impossibile, se si pensa al fascino di una piazza che non è più provinciale e che potrebbe dare al Mancio, anche quella gestione manageriale e tecnica sul mercato di primo piano non indifferente.
Attenzione poi a un nome che Gasperini conosce bene e che sarebbe, idealmente, una sorta di continuità filosofica, seppur in forme nuove: Thiago Motta. Figlio calcistico di Gasperini al Genoa, Motta a Bologna ha mostrato idee interessanti e una personalità solida, anche nella gestione di una rosa giovane e ambiziosa, qualcosa meno è arrivato nella sua breve parentesi alla Juventus, di fronte alla grandi aspettative del team bianconero. Potrebbe rappresentare il giusto mix tra innovazione e continuità, essendo cresciuto sotto l’influenza tattica dello stesso Gasperini.
Ma il nome più caldo, quello che nelle ultime settimane ha fatto irruzione tra le indiscrezioni di mercato con crescente insistenza, è quello di Vincenzo Italiano. L’attuale allenatore del Bologna, protagonista di una stagione memorabile, ha catturato le attenzioni di tutte le big della Serie A grazie a un calcio brillante, moderno, verticale. Italiano ha dimostrato di saper valorizzare i giovani, creare identità di gioco e, soprattutto, mantenere alto il livello delle prestazioni anche nelle partite decisive. Caratteristiche, queste, fondamentali per chi si troverà a raccogliere l’eredità gasperiniana.
Bergamo si appresta dunque a vivere settimane decisive. L’Atalanta del futuro è chiamata ad una scelta coraggiosa: continuare sulla scia del lavoro straordinario di Gasperini, magari con un nome più conservativo, oppure aprire una nuova era con una figura radicalmente diversa, magari dal fascino internazionale come Mancini.
Quel che è certo è che il nuovo tecnico avrà una responsabilità enorme, quella di non tradire l’eredità sportiva, umana e tattica di Gasperini, ma anche quella di continuare a far sognare una piazza che ormai si sente grande tra le grandi.
Bergamo attende, con fiducia ma anche con l’ansia di chi sa di essere davanti a una scelta che segnerà profondamente il prossimo decennio calcistico della città. Perché dopo Gasperini, l’Atalanta non può e non deve più tornare indietro.











