
"L'Ascoli non è un giocattolo" – Il grido degli Ultras 1898 contro l’incertezza societaria
Una scossa emotiva ha attraversato la tifoseria bianconera. Dopo l’annuncio, pubblicato sui social, con cui Massimo Pulcinelli ha dichiarato che l’Ascoli Calcio non è più in vendita, sono arrivate parole dure, appassionate e chiarissime dagli Ultras 1898, la storica anima del tifo ascolano.
«Siamo stanchi. Stanchi di essere tirati in ballo ogni volta che serve un capro espiatorio».
Così si apre il comunicato diramato dagli ultras, che contestano duramente l’idea che siano stati loro a spaventare eventuali acquirenti. La tifoseria, a loro dire, non può essere trasformata nel comodo alibi per mascherare le mancanze di altri.
«Nessun acquirente è fuggito per colpa della curva o della tifoseria. Questi, semmai, sono gli unici valori reali rimasti all'Ascoli Calcio».
Per gli Ultras 1898, il valore del tifo non è negoziabile. È un caposaldo identitario, radicato nella città e nella sua storia calcistica. L’Ascoli Calcio, sottolineano, non è un giocattolo, non può essere trattato come un oggetto da mettere e togliere dalla vetrina a seconda dell'umore del giorno.
«La dignità di una tifoseria e la storia di una città non sono variabili da spot».
Il messaggio si fa ancora più forte quando viene chiamata in causa la responsabilità delle istituzioni locali. Gli ultras chiedono che si vigili con attenzione, per tutelare l’onore della squadra e del suo nome, affinché questo non venga svilito né piegato a logiche poco chiare.
«Le istituzioni locali hanno oggi un compito preciso: vigilare affinché il nome di Ascoli, della sua squadra e della sua gente non venga svilito».
Agli imprenditori ascolani, il messaggio è un’esortazione accorata. Se esiste davvero una possibilità concreta di passaggio di proprietà, allora è il momento di fare un passo avanti, con coraggio e lucidità, senza farsi frenare dal caos mediatico o da retropensieri.
«Si favorisca con coraggio e lucidità».
Il comunicato si conclude con una richiesta netta di trasparenza. Se davvero la proprietà ha deciso di restare alla guida del club, deve assumersene pubblicamente la responsabilità. I tifosi chiedono che vengano esposti progetti, intenzioni e mezzi, in una conferenza stampa “alla luce del sole e senza filtri”.
«Spieghi cosa intende fare, come e con quali mezzi. I tifosi non sono numeri da prendere in giro».
In una stagione già segnata da incertezze e tensioni, le parole degli ultras riportano al centro della scena il valore umano e collettivo del tifo, troppo spesso banalizzato. L’Ascoli, come ripetono da tempo in curva, non è di chi lo compra o lo vende, ma di chi lo ama ogni giorno, sotto il sole o sotto la pioggia, dentro e fuori dallo stadio.







