
Orsolini, cuore ascolano riapre la corsa Scudetto: da bambino del Picchio a leader del Bologna
C’è una firma ascolana nel gol che ha riacceso la lotta Scudetto. Ed è quella di Riccardo Orsolini, l’uomo che ha deciso la sfida tra Bologna e Inter con una rete pesantissima arrivata nei minuti di recupero. Una vittoria che non solo rilancia i felsinei ma che cambia gli equilibri in vetta, con Napoli e Inter ora appaiate a 71 punti.
Ma per Ascoli questa è molto più di una notizia di Serie A. È l’orgoglio di vedere un figlio della città, cresciuto nel vivaio del Picchio, diventare protagonista assoluto nel massimo campionato italiano.
Da Ascoli a San Siro, passando per il Dall’Ara
Nato e cresciuto ad Ascoli Piceno, Orsolini ha indossato la maglia bianconera fin da bambino, compiendo tutta la trafila nelle giovanili fino ad arrivare in prima squadra, dove ha iniziato a farsi notare con numeri e giocate da predestinato. Il suo talento esplosivo e la sua fame lo hanno portato prima alla Juventus, poi ad Atalanta e infine al Bologna, dove ha trovato l’ambiente ideale per esplodere.
In poco tempo è diventato il leader tecnico e carismatico di una squadra che gioca un calcio moderno, ambizioso e spavaldo. Ma a ogni gol, ogni esultanza, ogni gesto tecnico di Orsolini, ad Ascoli si accende una scintilla di orgoglio.
Gol pesante, chiamata azzurra?
Il gol al Napoli è l’ennesima dimostrazione di quanto Orsolini meriti la Nazionale. È il miglior attaccante italiano per numeri, continuità e impatto. E ora, dopo aver riaperto una Serie A che sembrava in mano all’Inter, il suo nome non può più restare fuori dai piani della selezione azzurra.
Quella rete è stata tecnica, freddezza, personalità. È stata la fotografia perfetta del suo percorso: partito da un piccolo campo in provincia, oggi decisivo nel grande calcio.
Un simbolo per i giovani ascolani
Orsolini è più di un calciatore. È un simbolo per tutti i giovani che crescono nel vivaio dell’Ascoli, sognando un giorno di calcare i campi della Serie A. La sua storia è la dimostrazione che sì, anche da Ascoli si può arrivare in alto. Molto in alto.
E adesso che ha riaperto la corsa Scudetto, lo ha fatto con il cuore, la classe e la grinta di chi non ha mai dimenticato da dove è partito.







