
Ascoli, tra illusioni e realtà: una stagione compromessa dagli errori
La classifica non mente mai, ma a volte va letta tra le righe. È il caso dell’Ascoli, che si ritrova a ridosso della zona playout in un girone B tutt’altro che proibitivo. Un campionato deludente, che diventa ancora più amaro se si guarda ai sei punti di penalizzazione inflitti alla Lucchese per inadempienze amministrative. Senza quel -6, i toscani sarebbero oggi a quota 42, ben sopra ai 39 dei bianconeri. E questo dato non può essere ignorato.
La stagione dell’Ascoli è stata segnata da una lunga serie di errori. Le prime crepe erano già visibili a inizio campionato, ma si è scelto di voltarsi dall’altra parte, andando avanti per inerzia. Le responsabilità? Scaricate troppo facilmente sugli allenatori che si sono avvicendati in panchina, come se bastasse un cambio in corsa per rimettere in carreggiata un progetto costruito su basi fragili.
Il problema è a monte, e ha radici profonde: un’estate gestita male, tra decisioni dirigenziali discutibili e un mercato che ha portato ad Ascoli giocatori poco funzionali alla categoria. I risultati parlano chiaro, così come le prestazioni viste sul campo, fatta eccezione per l’ultima, discreta, contro la Torres. Troppo poco, troppo tardi.
Ora l’Ascoli si gioca il tutto per tutto: serve vincere a Sestri Levante e sperare che la Lucchese non superi l’Arezzo, come invece ha fatto contro la Vis Pesaro domenica scorsa. Il rischio di essere risucchiati nella mischia dei playout è reale e concreto.
Questa classifica è figlia di scelte sbagliate, non di sfortuna. E il tempo per rimediare è quasi finito.







