Paolo Crepet a RBN: "I giovani calciatori hanno tutto e subito, non desiderano nulla e sono infelici"

Lo psichiatra Paolo Crepet a Radio Bianconera, durante Fuori di Juve, è tornato sul caso scommesse che sta sconvolgendo il calcio italiano: "Sacchi dice che alcuni calciatori si credono di essere come Dio? Non credo sbagli molto, c'è un senso di onnipotenza.
Se uno ragiona un attimo non rischia la carriera così.
Sono giovani, ma tre anni di stop per un calciatore sono un'enormità. Non gli basta ciò che fanno.
Questi ragazzi potrebbero avere tutto quello che vogliono e forse proprio per questo non gli basta ciò che fanno. E' come una eterna infelicità. E' vero che non stiamo parlando di fenomeni assoluti, credo che altri calciatori siano ben più pagati e noti".

E ha continuato: "Come ne escono i calciatori? Gli effetti dipendono da quello che accadrà. Spero per loro che sia una vicenda abbastanza rapida, la gogna è ancor di più gogna se si prolunga. I social sono terribili, si ammassano frotte di denigratori. Sono così giovani che tenere botta a tutto questo, avendo poi una qualche ragione per pensare che qualche conseguenza tutto questo ce l'avrà, sarà tutto molto difficile.
Ho paura che abbiano bisogno di aiuto ora questi ragazzi.
Ora c'è bisogno di abbassare la testa, dire tutta la verità e sperare che ci sia clemenza.
Giusto che Spalletti abbia usato certe parole, certe cose non si possono sottovalutare".

"Ludopatia o altro? Che le varie organizzazioni malavitose abbiano le loro mani sulle scommesse si sa. Il calcio è una vetrina e come tale suscita molti appetiti, perché girano molti soldi.
Se i ragazzi finiscono in queste cose c'è solo una parola: i soldi.
Questi girano, quando uno ne ha, ne vuole di più. Di tutto questo rimane il sospetto. Al di là di qualsiasi ragionevole dubbio, c'è il sospetto. C'è un elemento di sollievo, ossia che i social fanno baccano ma durano molto poco.
Mi viene da dire che basta che ci sia un'altra notizia che tutto passa in secondo piano".