Fiorentina nella bagarre qualificazione europea. King Kean e una clausola da cancellare
Siamo in linea con quanto scritto dall’amico Luca Calamai su FirenzeViola due giorni fa. La Fiorentina ha la palla sul dischetto, stiamo parlando di ritorno di immagine applicato ad una misura efficace: la società deve togliere la clausola - una sorta di cartellino appeso al collo - destinata a liberare con 52 milioni Kean, centravanti rivelazione del campionato. Naturalmente se vi fosse un club disposto a spendere quella cifra. Ma se pensiamo all’Inghilterra, esempio di scuola, qualsiasi proprietà potrebbe presentarsi col bonifico in mano. Kean è a quota 20 gol stagionali (uno lo ha fatto in Nazionale) e siamo appena al 10 febbraio. Nel calcio niente è scontato, il destino scivola come sabbia tra le dita, ma le possibilità che l’attaccante di Vercelli possa andare avanti di tanto in classifica marcatori sono concrete. Certo, passare una cimosa sulla clausola significa scrivere un nuovo contratto con emolumenti diversi per Kean, ma quello che si è ritrovata tra le mani la Fiorentina - con merito di chi ha rischiato una scommessa così forte (negli ultimi 3 anni complessivamente Moise era andato ben al di sotto della cifra di reti fabbricata in questi ultimi 7 mesi) - è un vero tesoro, da forziere inviolabile.
Il presidente Commisso dopo aver messo fuori partita Comuzzo, sul quale il Napoli stava facendo sul serio, avrebbe la possibilità di guadagnare quote di stima nell’abolire la clausola del suo giocatore più forte. Un modo come un altro per spiegare alla concorrenza che a Firenze il vento è cambiato, cioè i migliori non partono più perché la società sta costruendo uno zoccolo duro formato da calciatori che determinano l’andamento delle gare, in altre parole fanno la differenza.
Siamo al campo: abbiamo ancora negli occhi e nell’anima quella sbornia di felicità di una notte da oscar. Un giovedì difficilmente dimenticabile e forse replicabile, ma i viola hanno comunque intenzione di riprovarci, non lasciando nulla di intentato. Tra l’altro la Fiorentina arriverà a San Siro con la forza dei nervi distesi, mentre la pressione sarà tutta sulle spalle dei nerazzurri. Conte, abilissimo dal punto di vista mediatico, sta mettendo sotto stress Inzaghi e i suoi uomini. Un duello per lo scudetto che rischia di prosciugare le energie.
Il canovaccio, quantomeno in partenza, sarà diverso da Firenze. Cominciamo dai nerazzurri: rispetto alla Caporetto di Firenze, Simone Inzaghi in difesa dovrebbe sostituire il disastroso Bisseck con Pavard, confermando di fronte a Sommer, De Vrij e Bastoni. In mezzo al campo, nella linea dei cinque potrebbero esserci le novità più sostanziali: a destra Darmian (Dumfries è squalificato), poi Barella (entrato nella ripresa al Franchi) al posto di Frattesi e a sinistra Zalewski in vantaggio su Dimarco che giovedì ha giocato con la febbre (subentrato nel finale, protagonista di un assist involontario per la doppietta di Kean) e forse non è ancora del tutto guarito. In avanti ci saranno Lautaro e Thuram anche se quest’ultimo non sta attraversando un felice periodo di forma. Taremi scalda i motori.
Veniamo alla Fiorentina. Rispetto alla precedente sfida Palladino avrà a disposizione tutti i volti nuovi del mercato invernale, tranne Pablo Marì non convocato per problemi fisici insieme ad Adli, ancora acciaccato. Conoscendo l’equilibrio che guida le scelte del tecnico viola, pare improbabile vederli tutti contestualmente in campo. Pensiamo che l’inserimento sarà graduale, magari a San Siro ne vedremo un paio.
Ricapitoliamo: De Gea tra i pali e davanti allo spagnolo Dodò, Pongracic (Comuzzo sconta la squalifica), Ranieri e Gosens. In mezzo potrebbe esserci il ritorno da titolare di Cataldi, ultima volta il 29 dicembre a Torino contro la Juventus. Al suo fianco immaginiamo Fagioli. Sulla destra spazio a Folorunsho e a sinistra Beltran. In avanti Gudmundsson e Kean. Potrebbe esserci un ballottaggio tra l’argentino e Parisi, ma se fosse confermato il terzino - uno dei migliori giovedì notte -, Beltran scivolerebbe sotto-punta. In questo caso a uscire sarebbe ‘Gud’ e questa ci parrebbe una stranezza. Se uno come l’islandese non gioca a Milano contro l’Inter…
Palladino ha un altro motivo per sorridere dopo 3 vittorie consecutive: la sua cooperativa del gol ha raggiunto il traguardo di 17 marcatori diversi in stagione, grazie all’ultima rete segnata da Ranieri. Un indicatore chiaro: la Fiorentina cura bene la fase difensiva, ma ha altrettanta attenzione per quella offensiva. Il mercato di gennaio, però, ha tolto qualche nome dalla lista della banda del gol. Sono partiti, infatti, Biraghi (1), Sottil (5), Quarta (4), Ikonè (4), Kouame (1), oltre a Bove (1) fermo dall’inizio di dicembre. La speranza è che i nuovi sappiano allargare la rosa dei marcatori.
La Fiorentina non è partita per sognare un piazzamento Champions, ma il campionato racconta che si sono create le condizioni per tentarci. In più c’è stato un mercato che dovrebbe aver innalzato il livello generale del gruppo. C’è anche il tema del quinto posto, legato però all’andamento delle italiane in Europa e che stabilisce la graduatoria del Ranking Uefa.
I viola adesso in serie A sono sesti ad un punto dalla Juventus quinta e a 3 dalla Lazio quarta. Dietro si trova il Milan a 4 punti, ma i rossoneri clamorosamente rinforzati a gennaio sono lanciati. Sempre a 38 staziona il Bologna: ieri sera per i rossoblu un mezzo passo falso a Lecce dove hanno raccolto solo un pari. La Roma nona è più distanziata, ha 8 lunghezze in meno dei viola. Morale: stiamo calmi perché la lotta per un posto in Champions sarà una vera bagarre. Prepariamoci a battaglie punto a punto. A primavera manca ancora un po’.