
Venezia, i 62 giorni nel deserto del gol. Idzes e quelle parole da leader
Andiamo dritti al punto: da 62 giorni il Venezia non fa un solo gol su azione. Correva il minuto numero 28 del derby contro il Verona, quando Zerbin si avventava su un tiro rimpallato a Pohjanpalo presentandosi al meglio ai suoi nuovi tifosi. Se si allarga il discorso ai piazzati la prospettiva non migliora troppo: 8 partite ed appena 3 reti, peraltro 2 delle quali nella successiva partita contro l'Udinese.
È impossibile non partire dallo snocciolare questi sconfortanti numeri offensivi per parlare del ko dei lagunari contro il Bologna, al termine di una partita nella quale Radu ha visto gli accreditati rivali creare poco, ma anche i compagni sbagliare almeno tre nitide occasioni da rete. E d'altronde Di Francesco in conferenza stampa non riesce quasi a parlare di altro, sconsolato dal fatto che per quanto la sua squadra esprima buone cose, vede vanificare tutto dagli errori negli ultimi 20 metri. Pure in un periodo che deve rimanere positivo: 5 sfide e 4 punti, con appena due reti subite pur affrontando squadre in lotta per i primi posti.
Gli errori e quei fischi a Fila
Ora arrivano 3 partite che davvero decideranno se questa squadra può realmente sperare ancora nella salvezza, tre scontri diretti contro Lecce, Monza ed Empoli da dentro o fuori. Il gruppo riparte dalla fase difensiva ottima, dalla crescita della maturità nel saper leggere i momenti e nel saper rimanere sempre in partita, ma anche con questa paura sottoporta. Paura anche di ciò che si respira nell'ambiente: emblematici i fischi di ieri a Daniel Fila al momento del cambio. Raffigurano bene la frustrazione del popolo veneziano per i gol che mancano, scaricata sull'ultimo arrivato che a 22 anni e senza il tempo di ambientarsi dopo un fulmineo trasferimento dalla Repubblica Ceca, si trova la croce addosso in modo un po' ingeneroso, forse. Paga l'aver dovuto sostituire all'ultimo minuto l'idolo di casa venduto a gennaio, più che reali colpe proprie. Detto che ieri non ha giocato una buona partita, anche se di palloni buoni per colpire non ne ha avuti. Qualche fischio indirizzato anche a Yeboah (ieri entrato in maniera finalmente convinta) che si è trovato sui piedi l'occasione della vita provando forse la soluzione più difficile, con il cucchiaio e trovando una super risposta di Skorupski. L'immagine di quando le cose non devono andare per il verso giusto e di un ragazzo che non riesce ancora a fare quello che avrebbe nelle corde.
Il mercato che pesa e le parole di Idzes
Ecco, Fila e Yeboah rappresentano i veri errori di valutazione in fase di mercato, sia estivo che invernale non tanto nel prendere loro, ragazzi di talento, quanto nel non saper trovare oltre a loro profili più pronti a dare il loro apporto alla causa nell'immediato, in attacco, come invece avvenuto in altri reparti.
Se la ripartenza è affidata alla compattezza difensiva, il simbolo è capitan Idzes. Sempre più leader in campo, ma anche fuori. Si presenta in conferenza stampa spolverando un sorprendente italiano (nelle conferenze precedenti aveva optato per l'aiuto del traduttore) e spiega che in spogliatoio ha detto a tutti di tenere la testa alta perché crede in loro. Un difensore che è sempre più di un'altra categoria.
È impossibile non partire dallo snocciolare questi sconfortanti numeri offensivi per parlare del ko dei lagunari contro il Bologna, al termine di una partita nella quale Radu ha visto gli accreditati rivali creare poco, ma anche i compagni sbagliare almeno tre nitide occasioni da rete. E d'altronde Di Francesco in conferenza stampa non riesce quasi a parlare di altro, sconsolato dal fatto che per quanto la sua squadra esprima buone cose, vede vanificare tutto dagli errori negli ultimi 20 metri. Pure in un periodo che deve rimanere positivo: 5 sfide e 4 punti, con appena due reti subite pur affrontando squadre in lotta per i primi posti.
Gli errori e quei fischi a Fila
Ora arrivano 3 partite che davvero decideranno se questa squadra può realmente sperare ancora nella salvezza, tre scontri diretti contro Lecce, Monza ed Empoli da dentro o fuori. Il gruppo riparte dalla fase difensiva ottima, dalla crescita della maturità nel saper leggere i momenti e nel saper rimanere sempre in partita, ma anche con questa paura sottoporta. Paura anche di ciò che si respira nell'ambiente: emblematici i fischi di ieri a Daniel Fila al momento del cambio. Raffigurano bene la frustrazione del popolo veneziano per i gol che mancano, scaricata sull'ultimo arrivato che a 22 anni e senza il tempo di ambientarsi dopo un fulmineo trasferimento dalla Repubblica Ceca, si trova la croce addosso in modo un po' ingeneroso, forse. Paga l'aver dovuto sostituire all'ultimo minuto l'idolo di casa venduto a gennaio, più che reali colpe proprie. Detto che ieri non ha giocato una buona partita, anche se di palloni buoni per colpire non ne ha avuti. Qualche fischio indirizzato anche a Yeboah (ieri entrato in maniera finalmente convinta) che si è trovato sui piedi l'occasione della vita provando forse la soluzione più difficile, con il cucchiaio e trovando una super risposta di Skorupski. L'immagine di quando le cose non devono andare per il verso giusto e di un ragazzo che non riesce ancora a fare quello che avrebbe nelle corde.
Il mercato che pesa e le parole di Idzes
Ecco, Fila e Yeboah rappresentano i veri errori di valutazione in fase di mercato, sia estivo che invernale non tanto nel prendere loro, ragazzi di talento, quanto nel non saper trovare oltre a loro profili più pronti a dare il loro apporto alla causa nell'immediato, in attacco, come invece avvenuto in altri reparti.
Se la ripartenza è affidata alla compattezza difensiva, il simbolo è capitan Idzes. Sempre più leader in campo, ma anche fuori. Si presenta in conferenza stampa spolverando un sorprendente italiano (nelle conferenze precedenti aveva optato per l'aiuto del traduttore) e spiega che in spogliatoio ha detto a tutti di tenere la testa alta perché crede in loro. Un difensore che è sempre più di un'altra categoria.
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