L’Unione che volevamo
Ci sono partite che, in un modo o nell’altro resteranno nella storia arancioneroverde. Quella di stasera è una di quelle. E non sarà l’urlo spezzato in gola all’ultimo istante a rovinarmelo. Non sarà l’ennesima ingiustizia di questa maledetta serie A a farmi cambiare idea. Perché quel coro, quel “forza Unione” cantato con tutta la nostra anima dagli oltre 400 cuori al seguito dei ragazzi, mentre uno stadio intero ammutoliva di fronte ad un mezzo miracolo sportivo, non si potrà scordare. Oggi abbiamo mostrato ad un’arena piena di figuranti cosa significhi amare la propria terra, la propria città. Anche quando le cose sembrano precipitare, giusto nel momento in cui solo un’insensata speranza ti mantiene vivo, esattamente lì la passione ti spinge verso qualcosa che non pareva possibile. Si, è calcio, solo calcio. Ma le emozioni sono vere, intense, palpabili. Questo è il VeneziaMestre che volevamo. Una squadra orgogliosa, coraggiosa e consapevole di potersela giocare, sempre. E pazienza se ancora una volta non ci gira a favore, ma uscire con dispiacere dallo Stadium dopo un 2-2 contro la Vecchia Signora non è giusto. Anche se fa male, bisogna trovare la forza di ringraziare questi ragazzi per averci regalato una notte magica. Avete mostrato cosa significa lottare, e lo avete fatto giocando un calcio migliore degli strapagati avversari. Lo avete espresso nella voglia, nella rabbia e nella qualità che avete gettato in un campo difficile. Ora però, avete capito perché eravamo così arrabbiati con voi fino a pochi giorni fa. Perché sapevamo che potevate dare e darci di più. Potevate darci questo. Abbiate coraggio fioi, perche questa è la serie A, un campionato in cui le seconde chance arrivano, basta non buttarle al vento. E ad un mister così criticato, da noi in primis, non possiamo che dare atto di come la squadra sia ancora tra le sue mani, nonostante tutto. E dopo mesi così terrificanti per i nostri fegati, questo era tutt’altro che scontato. Starà a lei, però, far capire ai suoi uomini come la vera rivoluzione sarà giocare con la stessa fame anche quando non saranno partite da “c’è poco da perdere”. Poiché domenica prossima da perdere avremo mezzo pezzo di massima serie, e la stessa concentrazione di oggi dovrà essere moltiplicata di fronte al Cagliari. È adesso. Ora è il momento di capire se meritiamo ancora un altro giro di giostra o se l’album degli errori è oramai colmo. Sarebbe bello farvi sentire, ragazzi, l’orgoglio che adesso portiamo in noi dopo avervi visto ad un soffio dal trionfo. Se solo lo poteste percepire, trovereste dentro di voi quell’autostima che in un amen ci lancerebbe in cieli molto più assolati. Sarebbe bello.. basta volerlo.
Avanti Unione!