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Udinese, Padelli: "Non ci sono obiettivi irraggiungibili. Lucca? Mio comportamento non cattivo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 00:15Serie A
di Alessio Del Lungo

Udinese, Padelli: "Non ci sono obiettivi irraggiungibili. Lucca? Mio comportamento non cattivo"

Daniele Padelli, portiere che ha fatto il suo esordio stagionale con l'Udinese in Serie A nel match vinto contro il Parma, è intervenuto ai microfoni di TV12, parlando così del periodo che sta vivendo la squadra: "Sta andando tutto bene, è un momento molto positivo. È bello vivere lo spogliatoio e lo stadio. Noi ci siamo detti dal primo giorno di ritiro che dovevamo dare una svolta: nonostante ci voglia del tempo per questo percorso, ci siamo messi tutti sotto. Vedere gente che Sanchez e Thauvin che si dannano l’anima e danno il 100% in allenamento fa tanto, cosi tanti ragazzi possono prendere esempio".

Contro il Parma ha avuto un'occasione da titolare.
"Diciamo che quando Sava si è fatto male c’era la possibilità che giocassi, a Milano fu scelto Piana. Io sono sempre a disposizione, sono molto contento e ringrazio quelli che hanno creduto in me, tra cui staff tecnico, società e compagni, che mi hanno aiutato tanto".

Si aspettava un'accoglienza del genere?
"È stato emozionante, anche nel pre partita, ma quando è finita ed è andata bene i miei compagni mi spingevano sotto la curva: mi ha riempito l’orgoglio e ringrazio i tifosi, che mi hanno regalato un momento speciale".

Come ha festeggiato?
"Non ho fatto niente, sono stato a casa con i miei figli. Mi ha fatto piacere che mi abbiano visto giocare, c’erano mia mamma, mia moglie e tanti amici che mi sono fatto a Udine. È stato come un esordio, quando in realtà l’ho fatto proprio qua il mio debutto in Serie A".

In futuro le piacerebbe fare il dirigente?
"Adesso ho fatto il corso UEFA B e Goalkeeper B. Mi piacerebbe allenare, ricoprire un ruolo alla Inler ancora non lo so. Mi vedo ancora sul campo perché mi diverte stare in campo, intanto io mi preparo per avere le carte in regola, ma vediamo quello che mi regalerà in futuro".

Cosa è cambiato in questi mesi?
"Io penso che il modulo e le posizioni abbiano un ruolo importante, ma la svolta reale è arrivata dentro la testa dei giocatori: abbiamo capito che con questa mentalità fai i punti, metti in difficoltà gli avversari e giochi divertendoti. Gli allenamenti vengono bene, la testa gira veloce e poi il lavoro lo riporti partita. L’anno scorso la palla scottava, oggi una questione di personalità, tranquillità e consapevolezza dei nostri mezzi. Abbiamo giocatori di qualità, tutti i nuovi hanno portato una specifica qualità. Mi devo in mente Iker Bravo, Atta, Ekkelenkamp, che hanno una tecnica fuori dal normale: è bastato trovare la quadra e renderci conto di fare cose importanti. La gara di Napoli ci ha dato consapevolezza, ma le gare contro le ‘piccole’ fanno la differenza. Contro il Parma non ho toccato un pallone nel primo tempo, il possesso lo abbiamo avuto solo noi e abbiamo fatto uno step importante a livello mentale".

I crampi erano per la tensione?
"È stato brutto (ride, ndr), però io so perché mi sono venuti".


Si sente un leader nello spogliatoio?
"Quando le cose non vanno come vorremmo mi dispiace, perché vedo i ragazzi in settimana e mi sento di esternare questa cosa, dare una scossa provando a fare sentire la vicinanza. Il gesto di Thauvin dopo il Parma mi ha fatto piacere: è un gesto asintomatico di questi calciatori che si mettono sempre a disposizione in allenamento. È una serie di cose che portano una squadra a crescere, formando giocatori di una squadra di alto livello".

Come commenta l'episodio di Lucca a Lecce?
"Onestamente il mio comportamento nei suoi confronti non era cattivo, era semplicemente perché ne ho vissute di cose del genere, in quei momenti è meglio stare zitti. Fuori dallo spogliatoio già era stata brutta la scena, quindi era meglio evitare e risolvere le cose dentro lo spogliatoio: infatti poi è andato tutto bene. Non è servito toccare le corde giuste, sono cose che succedono, Lucca in questo momento è esplosivo e sente di poter dare tanto a questa squadra. È sempre pronto a caricarci, sono state gestite le cose in maniera corretta e va bene cosi: l’importante è seguire le indicazioni e rispettare le gerarchie".

Sanchez è ancora quello di un tempo?
"Si allena come un bambino al parco giochi, ama talmente tanto il pallone che stai a guardarlo che fa i doppi passi da soli prima dell’allenamento. È innamorato di quello che fa, soffre se non gioca ma dà sempre il 110% in allenamento. Non è qui a svernare".

Cosa significa avere Solet?
"È un grande giocatore".

Come si fa a tenere alta la concentrazione?
"Bisogna stare tranquilli, volare basso perché si sta un attimo a farsi male. Non ci sono obiettivi irraggiungibili, ma dipende tutto da noi, se continuiamo a lavorare cosi avremo la serenità che abbiamo adesso. Dobbiamo giocare tranquilli, rimanendo combattivi, ci si può divertire fino alla fine".

Con la Lazio chi gioca in porta?
"Non lo so, io devo farmi passare i crampi. Penso che Okoye sia quasi pronto, ma indipendentemente dal fatto che giochi o meno sosterrò i miei compagni dalla panchina".