Un appello alla responsabilità per il bene della Turris: "La stabilità ed il futuro del club prevalgano sulle controversie legali. E queste ultime non diventino un alibi..."
Nel dibattito attuale tra Antonio Colantonio e la società Sport and Leisure, attuale proprietà della Turris e riconducibile a Ettore Capriola, emerge una realtà complessa e che, in fin dei conti, ai tifosi poco interessa ma che, allo stesso tempo, sta finendo per minare la serenità di una piazza che da troppo non riesce più a concentrarsi esclusivamente sul calcio giocato, come dovrebbe essere in condizioni normali, né a godersi pienamente vittorie ottenute sul campo, come l’ultima contro la Cavese.
In tal senso, è fondamentale sottolineare che, a nostro avviso, questa controversia non debba più prolungarsi pubblicamente, ma che debba essere eventualmente risolta in modo privato e nelle sedi appropriate. Solo così si potrà stabilire chi ha ragione, senza compromettere la gloriosa storia della Turris.
Inoltre, dagli ultimi comunicati l’attuale proprietà sembra lasciare intendere che, qualora l’ex presidente Colantonio non dovesse adempiere ai suoi presunti obblighi contrattuali, presuntivamente sottoscritti negli accordi preliminari e propedeutici al passaggio di quote, l'intero progetto di risanamento della Turris rischierebbe di saltare in modo irrimediabile. Se dovesse essere effettivamente questo il senso del messaggio recentemente divulgato, la cui tempistica non sembra affatto casuale, dato che arriva in prossimità di una scadenza importante come quella del 16 ottobre per i pagamenti degli stipendi di luglio e agosto, sebbene sollevi preoccupazioni legittime, a nostro avviso non può servire da giustificazione per un eventuale mancato rispetto degli adempimenti economici teoricamente di pertinenza di chi attualmente gestisce la società.
Infatti, l'acquisto delle quote della Turris comporta diritti ma soprattutto doveri ed in virtù di questi la nuova proprietà ha la responsabilità di garantire la stabilità economica e la continuità del progetto, indipendentemente dalle controversie in atto con altri soggetti, che a nostro parere possono sì comportare delle modifiche nella strategia della gestione ordinaria ma non del tutto compromettere il futuro del club, anche alla luce del fresco abbattimento adoperato sul monte ingaggi per scansare l'obbligo della fideiussione integrativa.
In questo contesto, non va permesso che le vicende interne, sebbene legittime (lo ripetiamo, a scanso di equivoci), si riflettano sulle sorti della squadra e dei suoi tifosi. La Turris merita di essere al centro dell'attenzione non come campo di battaglia per risolvere dispute legali, ma come un'entità sportiva concentrata sul suo percorso.
Pertanto, secondo la nostra modestissima opinione, la responsabilità di una gestione oculata e trasparente spetta a chi oggi detiene il controllo della Turris, che in altre sedi sicuramente ha tutto il diritto di far valere le proprie ragioni, se ritiene che la vecchia società sia venuta meno a degli accordi precedentemente stipulati. I tifosi e la comunità biancorossa meritano una società forte, capace di affrontare le sfide con determinazione e serietà.
In conclusione, riteniamo che il bene della Turris debba prevalere su interessi personali e controversie legali. È tempo che tutti coloro che hanno a cuore il futuro della squadra collaborino per garantire un futuro solido e prospero, libero da conflitti che potrebbero minacciarne la stabilità e il prestigio di questo storico club soprattutto in un anno speciale, l’ottantesimo dalla sua fondazione, fin qui tutt’altro che onorato...