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Torino, la gestione dei giovani secondo Vanoli: “Si cresce così”. I prossimi in rampa di lancio
Njie si è preso la scena contro il Como, il suo gol scaccia-crisi è stato fondamentale per rialzare il Toro dopo quattro tonfi di fila tra campionato e Coppa Italia. E, vedendo il trittico di fuoco con Roma, Fiorentina e Juve, la sua rete da tre punti è stata una vera e propria boccata d’ossigeno. E se il classe 2005 è stato bravo e caparbio a sfruttare l’errore del comasco Braunoder oltre che freddo a superare Audero, poi c’è il coraggio di Paolo Vanoli a lanciarlo nel momento più delicato della sua gestione. Sullo 0-0, con anche il più esperto Karamoh in panchina, il tecnico ha comunque scelto Njie e la sua scelta è stata pienamente ripagata. Adesso, il rischio più grande è che il diciannovenne di nazionalità svedese si monti la testa, anche se i messaggi lanciati dall’allenatore farebbero ritornare tutti quanti con i piedi per terra.
Vanoli sa bene come si crescono i giovani, d’altra parte buona parte della sua carriera è stata proprio a contatto con i più piccoli. “Il mio percorso parte dalle nazionali giovanili, mi piace vedere il talento e l’entusiasmo dei ragazzi” ha spiegato il tecnico, che dal 2010 al 2016 ha fatto la trafila tra staff e panchina dall’Under 16 fino all'Under 19 azzurra. E ora, al Toro, sta portando la sua politica: “La Primavera non è uno sparring partner, ho voluto avere un rapporto anche con l'allenatore per capire quanto potessero crescere questi ragazzi - ripete fin da quest’estate, quando venne organizzato un ritiro congiunto ad appena dieci chilometri di distanza tra Pinzolo e Spiazzo - e io non guardo mai la data di nascita: quando entrano devono darmi entusiasmo e voglia di venire al campo ogni giorno, ma devono capire che non hanno fatto nulla e la loro strada è ancora lunga”.
E sulle loro responsabilità: “Chi si allena con me, quando va in Primavera deve togliere il posto a qualcuno che si è allenato tutta la settimana e deve dimostrare le responsabilità, perché così si cresce - spiega Vanoli - e sul comportamento non devono sbagliare perché altrimenti non vedono più la prima squadra”. E chi dopo Njie? Ciammaglichella ha già esordito ma deve ancora entrare nelle rotazioni, Bianay Balcot è un’altra alternativa: ecco i prossimi torelli pronti a prendersi il Toro dei grandi.
Vanoli sa bene come si crescono i giovani, d’altra parte buona parte della sua carriera è stata proprio a contatto con i più piccoli. “Il mio percorso parte dalle nazionali giovanili, mi piace vedere il talento e l’entusiasmo dei ragazzi” ha spiegato il tecnico, che dal 2010 al 2016 ha fatto la trafila tra staff e panchina dall’Under 16 fino all'Under 19 azzurra. E ora, al Toro, sta portando la sua politica: “La Primavera non è uno sparring partner, ho voluto avere un rapporto anche con l'allenatore per capire quanto potessero crescere questi ragazzi - ripete fin da quest’estate, quando venne organizzato un ritiro congiunto ad appena dieci chilometri di distanza tra Pinzolo e Spiazzo - e io non guardo mai la data di nascita: quando entrano devono darmi entusiasmo e voglia di venire al campo ogni giorno, ma devono capire che non hanno fatto nulla e la loro strada è ancora lunga”.
E sulle loro responsabilità: “Chi si allena con me, quando va in Primavera deve togliere il posto a qualcuno che si è allenato tutta la settimana e deve dimostrare le responsabilità, perché così si cresce - spiega Vanoli - e sul comportamento non devono sbagliare perché altrimenti non vedono più la prima squadra”. E chi dopo Njie? Ciammaglichella ha già esordito ma deve ancora entrare nelle rotazioni, Bianay Balcot è un’altra alternativa: ecco i prossimi torelli pronti a prendersi il Toro dei grandi.
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