
Motivazioni e mentalità per lo step successivo del Torino: Vanoli non deve predicare nel deserto
Prima della sosta del campionato, per gli impegni delle Nazionali, il Torino aveva battuto l’Empoli, in piena lotta per la salvezza, 1 a 0 e mister Vanoli aveva definito quel successo, dopo un primo tempo all’insegna degli errori in fase di costruzione e il lampo di Vlasic nella ripresa che ha fatto la differenza e che è stato difeso con le unghie e i denti, dell’umiltà: “Vorremmo sempre partite perfette, però ci sono anche gli avversari: e questo è stato il successo dell’umiltà e aver capito chi avevamo di fronte è stato decisivo”.
E alla vigilia di quella partita l’allenatore granata aveva detto: “Dobbiamo stare sul pezzo perché, come ci è successo a Parma, nelle ultime dieci partite tutte le squadre che incontreremo avranno motivazioni, anche se saranno diverse”. E di motivazioni la Lazio, prossima avversaria lunedì sera, ne ha d’importanti: voltare pagina dopo la sconfitta col Bologna per 5 a 0 in modo da non perdere di vista il 4° posto occupato proprio dai felsinei, che hanno due punti in più e con la Juventus in mezzo che sopravanza i biancocelesti di una lunghezza. Mentre di motivazioni il Torino non ne ha molte a nove giornate dalla fine del campionato visto che è all’11° posto ed è di fatto salvo e al contempo distante 11 punti dal 7°, occupato dalla Roma, che potrebbe essere il pass per accedere agli spareggi per la Conference League. Anche se Vanoli, per tenere sul pezzo la squadra, afferma che di motivazioni il suo Torino ne ha tante: “Possono riguardare la classifica e anche chi ha voglia di indossare questa maglia e chi ha voglia di dare qualcosa, come il suo allenatore. L'ho detto ai ragazzi, sono venuto qui per provare a fare qualcosa d’importante, non è detto che ci riesca, ma ci voglio provare. E voglio nei miei giocatori questa capacità e, secondo me, un obiettivo è cambiare mentalità. La mentalità è voler arrivare, voler costruire qualcosa che a volte, ripeto, te la dà la classifica e altre volte il voler rimanere al Torino. Io voglio rimanere al Torino perché credo l'anno prossimo di poter costruire qualcosa. Quindi siamo tutti sotto esame, me compreso”. E poi ha anche aggiunto: “Io voglio della gente mentalmente pronta perché se devi fare uno step devi essere mentalmente pronto e lo dobbiamo dimostrare” riallacciandosi a quello che aveva detto poco prima “dobbiamo stare molto attenti (riferendosi all’Empoli, ndr), come ho detto dopo la partita di Parma, all'aspetto mentale, alla mentalità. Questo è uno step che dobbiamo fare in una partita così importante”.
E lo step che deve fare il Torino è quello di scendere in campo concentrato e rimanerlo sempre nell’arco del match fino al triplice fischio finale e avere fame di ottenere i tre punti, a prescindere dall’avversario che ha di fronte e dalle motivazioni che può avere. E poi c’è sempre quella che può essere definita la motivazione per eccellenza: chi ha voglia di indossare la maglia granata e chi ha voglia di dare qualcosa per il Toro. E su quest’ultima cosa conta anche quanto la dirigenza granata voglia fare qualcosa per il Toro, oltre a farlo galleggiare a metà classifica, perché i giocatori da questo inevitabilmente sono influenzati e altrimenti Vanoli rischia di predicare nel deserto.







