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Capuano: "Foggia? Rifarei questa scelta. A Taranto si è sgretolato il giocattolo"
Ezio Capuano, ex allenatore di Taranto e Foggia, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, affrontando diversi temi della sua carriera recente. Questi i passaggi più significativi:
Sul futuro – "Vedo partite e calciatori, cerco di aggiornarmi con i miei collaboratori senza stare fermo. Oggi accetterei una squadra importante, forte e con una società seria. Non voglio buttarmi, attendo un progetto in grado di fornirmi una scossa di adrenalina notevole. Altrimenti potrei anche rimanere fermo. La mia scelta sarà ponderata".
Il secondo posto col Taranto – "Non solo il secondo posto. Abbiamo avuto quattro punti di penalizzazione e avevamo un budget dieci volte inferiore a diverse squadre arrivate dietro di noi. Abbiamo realizzato almeno 6/7 plusvalenze, un fattore importantissimo per un’azienda come una società di calcio. Ho ricevuto diverse chiamate, di cui parlai con il presidente Giove che giustamente non mi liberò. Sono rimasto in riva allo Ionio con grande entusiasmo, non avrei mai potuto immaginare ciò che invece è successo".
L’addio al club jonico – "Avevo costruito una squadra importantissima, frutto di scelte oculate. Molti giocatori scelti ora militano in Serie B. Ho lavorato tutta l’estate per costruire un giocattolo che poi si è sgretolato. Il disimpegno del presidente, di cui non ero a conoscenza, il mancato pagamento del mese di agosto, le penalizzazioni e lo smontamento della squadra. Non potevo proseguire per rispetto verso un popolo che mi ha amato. Vedere questa situazione fa molto male, spero che il passaggio societario avvenga il più presto possibile e che possa tornare il Taranto dello scorso anno. Nonostante al mio arrivo ci fossero 500 persone, ne ho riportate 10mila, ricreando entusiasmo in tutto l’ambiente".
I certificati medici – "Non ho mandato il certificato medico per aver perso delle partite. Sono stato davvero male in quel periodo. Su questa storia si è speculato molto, non posso farci nulla se qualcuno ha agito mandandoli in altre situazioni. Ero stressato, avevo la responsabilità su tanti ragazzi che avevo convinto ad approdare a Taranto. Con grande onestà le dico che la volontà era quella di non proseguire. Economicamente, ho buttato due anni di contratto a Taranto e uno a Foggia, cosa che non avrebbe fatto nessuno al mondo".
L’esperienza a Foggia – "Ho voluto fortemente Foggia, accettando senza rendermi conto della rosa a disposizione. Rifarei tante volte quella scelta. Poi ho vissuto la tragedia dei tifosi. Non rinnego nulla, ho perso l’ultima gara allo scadere ma avevo già scelto di rassegnare le dimissioni tra il primo e il secondo tempo".
Problemi nello spogliatoio? – "Nei miei spogliatoi non esistono problemi, ho sempre comandato io. Sono tutte stronzate, se ci fosse stato un problema lo avrei tirato fuori. Nessun allenatore può sapere ciò che accade in sua assenza, ma i giocatori sono come i cinghiali: uniti diventano forti, se li prendi uno alla volta scappano".
Sul futuro – "Vedo partite e calciatori, cerco di aggiornarmi con i miei collaboratori senza stare fermo. Oggi accetterei una squadra importante, forte e con una società seria. Non voglio buttarmi, attendo un progetto in grado di fornirmi una scossa di adrenalina notevole. Altrimenti potrei anche rimanere fermo. La mia scelta sarà ponderata".
Il secondo posto col Taranto – "Non solo il secondo posto. Abbiamo avuto quattro punti di penalizzazione e avevamo un budget dieci volte inferiore a diverse squadre arrivate dietro di noi. Abbiamo realizzato almeno 6/7 plusvalenze, un fattore importantissimo per un’azienda come una società di calcio. Ho ricevuto diverse chiamate, di cui parlai con il presidente Giove che giustamente non mi liberò. Sono rimasto in riva allo Ionio con grande entusiasmo, non avrei mai potuto immaginare ciò che invece è successo".
L’addio al club jonico – "Avevo costruito una squadra importantissima, frutto di scelte oculate. Molti giocatori scelti ora militano in Serie B. Ho lavorato tutta l’estate per costruire un giocattolo che poi si è sgretolato. Il disimpegno del presidente, di cui non ero a conoscenza, il mancato pagamento del mese di agosto, le penalizzazioni e lo smontamento della squadra. Non potevo proseguire per rispetto verso un popolo che mi ha amato. Vedere questa situazione fa molto male, spero che il passaggio societario avvenga il più presto possibile e che possa tornare il Taranto dello scorso anno. Nonostante al mio arrivo ci fossero 500 persone, ne ho riportate 10mila, ricreando entusiasmo in tutto l’ambiente".
I certificati medici – "Non ho mandato il certificato medico per aver perso delle partite. Sono stato davvero male in quel periodo. Su questa storia si è speculato molto, non posso farci nulla se qualcuno ha agito mandandoli in altre situazioni. Ero stressato, avevo la responsabilità su tanti ragazzi che avevo convinto ad approdare a Taranto. Con grande onestà le dico che la volontà era quella di non proseguire. Economicamente, ho buttato due anni di contratto a Taranto e uno a Foggia, cosa che non avrebbe fatto nessuno al mondo".
L’esperienza a Foggia – "Ho voluto fortemente Foggia, accettando senza rendermi conto della rosa a disposizione. Rifarei tante volte quella scelta. Poi ho vissuto la tragedia dei tifosi. Non rinnego nulla, ho perso l’ultima gara allo scadere ma avevo già scelto di rassegnare le dimissioni tra il primo e il secondo tempo".
Problemi nello spogliatoio? – "Nei miei spogliatoi non esistono problemi, ho sempre comandato io. Sono tutte stronzate, se ci fosse stato un problema lo avrei tirato fuori. Nessun allenatore può sapere ciò che accade in sua assenza, ma i giocatori sono come i cinghiali: uniti diventano forti, se li prendi uno alla volta scappano".
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