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Trapani, una rischiosa rivoluzione invernale: ora, però, zero alibi per tutti. Cosa succede al Catania?TUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Il Punto
di Luca Esposito
per Tuttoc.com

Trapani, una rischiosa rivoluzione invernale: ora, però, zero alibi per tutti. Cosa succede al Catania?

Editoriale di oggi che si apre con un focus sul Trapani. Avevamo detto a inizio stagione, quando il presidente Antonini parlava di doppio salto e di volontà di vincere da subito il campionato senza passare per i playoff, che una neopromossa deve sempre volare basso evitando di fare voli pindarici e di mettere pressioni sulle spalle dei calciatori, dei dirigenti e degli allenatori. Alla lunga i fatti ci hanno dato ragione, visto che i granata hanno cambiato più volte guida tecnica esonerando anche il direttore sportivo ritrovandosi ormai lontanissimi dalla vetta della classifica e con la coppa Italia che, per tanti motivi, diventa l'obiettivo principale. Non solo per il prestigio del trofeo ma anche - e soprattutto - per garantirsi una posizione di prestigio nella lotteria post season. Anche Capuano, sin qui, non ha inciso e le stilettate del patron nel post gara di domenica (uno 0-3 senza appello col Crotone, con annessa contestazione di un gruppo di tifosi all'esterno dello stadio) erano rivolte anche a un mister che senza dubbio ha fatto grandi cose in categoria in realtà medio-piccole, ma che ora dovrà confermare il suo valore in un contesto dove si punta a vincere e nel quale non esistono alibi. Perchè Antonini è uno di quei presidenti vulcanici, a volte impulsivi, ma sanguigni come piacciono a noi. Quelli di un tempo, che magari fanno la sfuriata a caldo, ma che poi chiamano a raccolta i tifosi e rispondono a suon di investimenti con quattro acquisti di categoria in poche ore. Certo, uno stravolgimento quasi totale della rosa è un rischio enorme a gennaio e un'ammissione di fallimento tecnico in estate, ma cosa si può rimproverare a chi predispone budget da fare invidia anche a realtà di categoria superiore? Non se la passa meglio un'altra siciliana, quel Catania sulla carta attrezzatissimo, ma che ha perso ancora una volta in casa dopo il rocambolesco ko di Benevento.

Inspiegabile davvero che un organico del genere, per il secondo anno di fila, non riesca a esprimere il proprio indiscutibile valore, anche un tecnico esperto in promozioni come Toscano sta facendo fatica. E sempre in Sicilia c'è un Messina che ha cambiato direttore sportivo affidandosi a Roma, chiamato in due settimane a rimettere in sesto una rosa che non ha ancora quello spirito battagliero che dovrebbe contraddistinguere chi lotta per non retrocedere. La sensazione è che la situazione complessa - per usare un eufemismo - di Taranto e Turris stia facendo rilassare alcune squadre che, invece, non devono mai sottovalutare le insidie di un calcio che, come diciamo sempre, dovrebbe emettere i propri verdetti sul terreno di gioco e non nelle aule di tribunale. Immaginate quanti stravolgimenti avrebbe comportato l'esclusione di una delle due? Ipotesi alla quale non vogliamo nemmeno pensare. Dando uno sguardo in generale ai tre gironi e partendo dal raggruppamento B, possiamo dire che la sconfitta della Ternana con il Pineto ha ribaltato ogni pronostico. Complimenti a Tisci, artefice di un ottimo lavoro da quando ha ereditato la panchina. Vedremo se sapranno approfittarne la capolista Entella, una splendida Torres e quel Pescara in calo, ma che forse era partito troppo forte rispetto alle reali potenzialità di una rosa che ha accolto un top come Letizia ma che potrebbe perdere Merola, con Gori dell'Avellino obiettivo dichiarato. Nel girone A fisiologico passo falso del Padova, col Vicenza che resta a -8, ma che non nasconde il sogno remuntada in virtù dello scontro diretto di ritorno che si giocherà in un Menti che si preannuncia già sold out. In coda, invece, Caldiero Terme e Union Clodiense dovranno faticare per evitare l'ultima posizione, mentre la Pro Patria non vince da tempo immemore pur avendo ben figurato con la FeralpiSalò al netto dell'inferiorità numerica.