Cannavaro: "A Vercelli la terza squadra più giovane. Ma il format non funziona"
Paolo Cannavaro, ex allenatore della Pro Vercelli, intervenuto a Radio Serie A, come si legge su TMW, è tornato sulla sua avventura sulla panchina del club piemontese: "È stata una esperienza che mi ha dato tanto, purtroppo non dal punto di vista dei risultati, ma come esperienza mi è servita tanto anche per calarmi nel ruolo di primo allenatore in una categoria che vive di difficoltà enormi in tutti e tre i gironi. Il ruolo di allenatore mi piace, molto. Già da Udine l'avevo capito e dopo quell'avventura ho detto a mio fratello Fabio che avrei voluto intraprendere la carriera da capo-allenatore: è ciò che mi piace e mi fa star bene, la voglia di provare era anche per capire se il ruolo mi si addice e anche i feedback arrivati mi hanno fatto capire che quella è la mia strada".
"A Vercelli avevo la terza squadra più giovane della Serie C, con tanti giocatori del settore giovanile locale e diversi prestiti. Con l'attuale format schierare giovani è importante, perché il club accumula diversi importanti bonus, ma in questo modo si è costretti appunto a scendere in campo con tanti cosiddetti under: questo crea disparità all'interno del gruppo con i giovani che alle volte si adagiano perché sanno che giocheranno. La seconda conseguenza di questa sorta di obbligi è che a 22 anni, quando le società non hanno più bisogno di loro per questioni anagrafiche ed economiche, i ragazzi stessi rischiano di essere scaricarti dai vari club e doversi reinventare in nuove realtà".