
Ne manca solo una, poi lo spettacolo playoff: le deluse sono le grandi favorite, occhio al “fattore Carrarese”
L’Avellino dopo l’Entella, due vittorie diverse. Lì dove i liguri sono arrivati con continuità e solidità, gli irpini ci sono giunti con la qualità oggettivamente superiore della propria rosa, anche in un campionato non proprio nel segno della regolarità di prestazioni. L’importante, però, è il traguardo finale. Ne manca solo una, dal girone A dove il testa a testa Padova-Vicenza sembra aver preso una direzione abbastanza chiara. A Padova, per carità, toccheranno ferro e legno ma, pure nel contesto dei continui colpi di scena che questo raggruppamento ha regalato, la parola fine sembra dietro l’angolo.
E poi, ecco lo spettacolo dei playoff. Nelle mille (e spesso immeritate) critiche che il campionato più amato da queste parti riceve, la post-season è forse la cosa più bella della Serie C. Una lotteria, sì, ma che diverte e tiene acceso anche il finale di campionato. Le naturali favorite saranno le grandi deluse della regular season, cioè le seconde classificate: la Ternana è troppo forte per non giocare un ruolo, l’Audace Cerignola ha fatto un’annata che meriterebbe il lieto fine, il Vicenza - se sarà seconda - sarebbe in assoluto la più completa in competizione.
Di solito, del resto, le seconde sono sempre state le vincitrici degli spareggi promozione. Attenzione, però, al precedente Carrarese: la squadra dalla quale nessuno si aspettava andasse oltre il terzo posto in campionato, e poi ha vinto il jackpot a suon di prestazioni convincenti e tanta solidità. In tal senso, su tutte, Feralpisalò e Crotone sono due forze da cui aspettarsi un exploit sarebbe decisamente lecito. Ma anche Torres e Pescara: è il bello dei playoff, che mettono tutti in corsa, o quasi.
P.S. A Pasqua non si parla delle criticità? Di Messina, Lucchese e via dicendo? Se ne parla, lo facciamo ogni giorno con i complicati aggiornamenti su situazioni alle volte al limite del drammatico. Aspettiamo le decisioni, e nel frattempo il pensiero va ai calciatori, ma soprattutto agli altri dipendenti che non percepiscano quanto dovuto. Di loro sì, si parla troppo poco.







