
La riforma che doveva arrivare 'ieri' ancora non si vede, nonostante Gravina sia al suo terzo mandato. E intanto dopo il Taranto anche la Turris è con un piede e mezzo fuori dal campionato
Nella giornata appena passata è arrivato il segnale inequivocabile che dopo il Taranto anche la Turris è ormai con un piede e mezzo fuori dalla Serie C. La sfida dei campani nel fine settimana, casualmente proprio contro i pugliesi, è stata infatti rinviata a data da destinarsi. Non per gli ormai noti problemi del club ionico, ma per quelli – altrettanto noti – della società corallina come si legge all’interno del comunicato emesso dalla Lega Pro dove fra le varie motivazioni c’è anche “la nota del Procuratore Federale del 04.03.2025 nella quale comunica l’intervenuta notifica alla Società S.S. Turris Calcio dell’avviso di conclusione indagini nel procedimento disciplinare instaurato a seguito di segnalazione Co.Vi.So.C, nei confronti della Società S.S. Turris Calcio”.
Le due formazioni, che erano ormai dei dead team walking, dunque saranno estromesse dal torneo andando così a riscrivere profondamente la classifica del Girone C e alimentando così le recriminazioni e le accuse, anche giustificate, di un campionato falsato con alcuni club – su tutti il Trapani – pronti anche ad adire alle vie legali quantomeno per avere un risarcimento del danno subito da un torneo che si concluderà in maniera anomala con due squadre che a turno riposeranno, per mancanza di avversari, e avrà una sola retrocessa in Serie D.
Un danno di immagine difficilmente quantificabile per la Lega Pro e anche per la Federcalcio con il presidente Gabriele Gravina che negli ultimi giorni è tornato a parlare di ‘una riforma dei campionati oggettivamente necessaria” aggiungendo che i tempi per il varo della riforma sono ‘ieri e non oggi’. Tutto giusto e tutto bello, peccato però che ieri – e anche l’altro ieri – ci fosse proprio lo stesso Gravina a guidare il calcio italiano e che la riforma fosse una delle sue priorità fin dal primo mandato, ma ogni volta che l’annuncio sembrava avvicinarsi si prendeva tempo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la riforma, se mai è esistita, è rimasta sulla carta e mai divulgata, il campionato di Serie C vive un’altra annata da dimenticare e la sostenibilità tanto evocata appare una vera e propria chimera fra diritti tv bassissimi e un sistema in cui ogni lega, specialmente le due superiori, guarda più al proprio interesse che non a quello complessivo.
Questa riforma, tante volte sbandierata, sembra essere diventata la ‘favola dello stento’ che si ripete all’infinito senza mai giungere a una conclusione definitiva. Se la riforma è davvero così urgente e improrogabile che la si sveli al più presto e la si approvi – Gravina ha ottenuto una ampia fiducia alle ultime elezioni federali ed è al suo terzo mandato – senza esitazioni. Sperando che sia davvero quella giusta per ridare stabilità e rispettabilità a un campionato di Serie C che è vitale per il sistema calcio, ma che così com’è strutturato e pensato non può più reggersi in piedi da solo.







