
Antonini, i proclami e l'effetto boomerang. Acque agitate a Messina, il Team Altamura esempio di programmazione
Tanta carne a cuore anche nell'editoriale di oggi. Partiamo, come ormai capita da qualche settimana, dall'esclusione di Taranto e Turris. Anzitutto un grosso in bocca al lupo. Ai calciatori, che si ritrovano svincolati e senza stipendio a marzo. Agli allenatori e ai dirigenti. A chi lavora nell'ombra guadagnando poche centinaia di euro, in barba a chi pensa che il calcio sia fatto solo da miliardari che possono vivere di rendita per anni. E alle tifoserie, costrette a ripartire dalle categorie dilettantistiche e "scippate" della propria squadra del cuore senza nessuna garanzia sul futuro e dopo aver speso soldi per biglietti, abbonamenti e trasferte. Non vogliamo essere ripetitivi, ribadiamo soltanto la necessità di fare una riforma a 360° che preveda criteri stingenti al momento dell'iscrizione, con garanzie che vadano oltre il pagamento degli stipendi fino al mese di giugno. E con una maggiore apertura verso realtà di D che potrebbero reggere il salto tra i professionisti, ma che spesso si ritrovano a giocare playoff pro-forma e che non garantiscono l'accesso in terza serie. E basta anche con classifiche stravolte, penalizzazioni, segni X nel calendario e rinvii: questo non è calcio, si sta davvero minando la credibilità di quello che era lo sport più bello del mondo. Nel girone C ci sono stati stravolgimenti di ogni genere, si è falsata la lotta promozione, ma anche quella per la salvezza e ci sono presidenti che hanno investito fior di quattrini per poi ritrovarsi a perdere posizioni in graduatoria solo perchè hanno avuto la "colpa" di battere sul campo le due escluse. E il timore è che non sia finita qui. Perchè Antonini (patron del Trapani, di lui parleremo dopo) è convinto che, tra meno di un mese, sarà escluso anche il Messina. Altra nobile decaduta che già in passato è stata costretta a ripartire da zero e che sul campo sta provando a onorare gli impegni come testimoniato dalla rimonta di Cava. Se davvero l'epilogo fosse questo, tutti salvi a tavolino con tante gare ancora da giocare: che figura stiamo facendo a livello internazionale? A Trieste la parola "fallimento" circola con frequenza negli ambienti del tifo, per ora però la società lancia segnali rassicuranti pur avendo subito una penalizzazione. Si vedrà. E poi la Lucchese, una realtà storica che va in trasferta auto-tassandosi o con l'aiuto economico di sponsor e tifosi. Eppure, sul campo, la squadra dà battaglia come testimoniato dal 2-2 contro la capolista Entella.
Provando a parlare di calcio giocato, partiamo dal Trapani. Antonini, come detto, ha parlato del possibile fallimento del Messina. In precedenza si è soffermato su tanti temi (compresa la morte di Maradona, parole pesanti e che faranno discutere), esaltando il mercato fatto e dichiarando senza mezzi termini che l'obiettivo fosse quello di vincere il campionato. Ebbene, oggi c'è addirittura il rischio di non fare nemmeno gli spareggi promozione. Per carità, ben vengano imprenditori facoltosi e personaggi che vanno oltre le dichiarazioni di circostanza. Ma sul terreno di gioco vediamo una squadra spenta, scarica, senza idee, messa sotto dall'Avellino e che non ha tratto alcun beneficio da Torrente che pure è allenatore esperto e di valore. A questo punto, al di là di quanto detto su un addio burrascoso, bisogna ridimensionare le responsabilità del vulcanico trainer di Pescopagano che, comunque, è andato via in zona playoff e in lotta per la finale di coppa Italia che vale ben più di un trofeo in bacheca. Meno parole, più fatti, insomma. Lo abbiamo detto da agosto: una neopromossa non deve mai fare il passo più lungo della gamba nè si devono mettere pressioni addosso ai giocatori pensando che spendere tanto significhi necessariamente vincere. A Catania c'è uno squadrone da due anni, eppure si fatica. Può essere sempre colpa degli altri? Un plauso, invece, a Team Altamura e Cavese. Budget non eccelsi, tanti giovani in vetrina, nel caso dei pugliesi addirittura tanti mesi in trasferta e senza pubblico. Eppure la forza delle idee consentirà a entrambe di mantenere la categoria a prescindere dalle esclusioni altrui. Esempi di lungimiranza e organizzazione, un po' come fu la Juve Stabia l'anno scorso. C'è poi il Benevento che, richiamato Auteri dopo il flop Pazienza, ha comunque tutte le carte in regola per ben figurare nella post season. I giovani in rosa, per inesperienza, hanno forse subito il peso della lunga striscia negativa, toccherà agli esperti aiutarli a scendere in campo con serenità e spensieratezza. Doti che avevano permesso alla strega di ritrovarsi in vetta per quasi tutto il girone d'andata. Nel girone A, invece, prosegue il testa a testa per il primato tra Padova e Vicenza. Ogni volta che la fuga sembra avviata, ecco che accade qualcosa. I biancoscudati cadono rovinosamente sul campo del Renate e i cugini veneti ne approfittano battendo per 1-0 il Novara. Benissimo l'Albinoleffe, con Lopez protagonista troppo spesso sottovalutato. In coda, invece, solo la matematica tiene in vita l'Union Clodiense. Nel raggruppamento centrale altri esoneri che fanno discutere. L'Ascoli cambia ancora: via Cudini dopo quattro sconfitte di fila, torna quel Di Carlo che fu licenziato con un tweet sui social. A volte il calcio ha davvero logiche che si fatica a comprendere. Non bene Oddo col Milan Futuro, mentre Baldini salva il suo posto e resta alla guida della Spal. Resta, comunque, l'anno record degli esoneri: a Caserta l'ultimo in ordine cronologico, da monitorare invece la situazione della Pro Vercelli.







