QUELLE STRANE OCCASIONI
Quelle strane occasioni, così il titolo di un film a episodi degli anni ‘70, dove un inedito Alberto Sordi travestito da alto prelato, in un agosto romano vuoto e malinconico, rimane chiuso in un’ascensore con una conturbante Stefania Sandrelli.
Rare, singolari, straordinarie.Inconsuete, come l’occasione di vedere la Fiorentina così in alto in classifica, un treno da non perdere, come quello della felicità che per una canzone di Lucio Dalla passava nella notte. Occasione quasi unica, si diceva, arrivare non vogliamo dire al titolo, il cui sogno è al momento solo teorico, anche se potenziale. Ma più credibilmente alla Champions, quella competizione che porta tanti soldi da far cambiare le dimensioni di un club, almeno per il biennio successivo.
Sempre che tali chance vengano supportate da un mercato all’altezza delle ambizioni. In tal senso diremmo a Commisso, citando stavolta un pezzo degli statunitensi Journey: Don’t stop bealivin’, non smettere di crederci. Già perchè per operare degnamente aumentando in modo sensibile la qualità della squadra, è necessario un rosso di bilancio,imboccando quindi la direzione di marcia opposta a quella presa ultimamente. Poiché forse non basterebbe vendere anche molto bene gli esuberi.
Ma a proposito sempre di buone occasioni, uno che la sua chance sembra averla colta è Raffaele Palladino che oltre ai risultati eccezionali, sembra molto a suo agio nel ruolo e nel luogo dov’è, lo si è notato anche nelle ultime uscite davanti alla stampa, compresa quella di ieri, nella conferenza di vigilia della gara di Conference con gli austriaci del Lask.Palladino ha scherzato amabilmente coi giornalisti e con Riccardo Sottil che gli sedeva accanto, motteggiato ridendo con un monito: ‘Parla bene eh!’. Il tecnico viola ha enunciato chiaramente il suo credo calcistico laico: la capacità della sua squadra di adattarsi secondo i momenti e le necessità. Una squadra’ mutaforma’. Come l’acqua che, come cantava Loredana Bertè, nell'ultima canzone di oggi: acqua laverà e disseterà, acqua cheta rompi i ponti.
Tornando al Lask e chiudendo, gli austriaci sono in un periodo negativo e la partita di oggi, come dice Palladino ‘è una bella occasione per Martinelli’ e per quelli che giocheranno e magari hanno giocato meno o fatto meno bene di altri.Ma non per Pongracic e Biraghi che saranno fuori, il secondo per ‘ scelta tecnica’. Motivazione che non sembra sia piaciuta al manager di Biraghi e Parisi ( ma anche Ranieri e il chiacchierato in chiave viola Folorunsho) Giuffredi che ha attaccato Palladino a mezzo stampa dichiarando:’Gli risponderò a tempo debito, comunque Biraghi e Parisi a gennaio se ne andranno, ‘ora vediamo quante palle ha Palladino’ (qui le dichiarazioni complete rilasciate ai microfoni di FirenzeViola.it). Insomma un attacco in piena regola al tecnico viola, ma anche un piccolo attacco al club gigliato e al suo momento attuale che pareva idilliaco, visto che per altro si minaccia di privare la rosa di due giocatori nello stesso ruolo, obbligando la Fiorentina a tutelarsi per trovare in fretta un vice Gosens.
Il manager non è comunque nuovo a simili uscite, a suo tempo disse e ridisse più volte che Di Lorenzo se ne sarebbe andato da Napoli, città dove gioca tuttora. Al di là dell’uscita anche dialetticamente discutibile del procuratore( con la solita storia delle palle), ecco pronta un’altra ghiotta e rara occasione: per Palladino che ha la possibilità di mettere a posto il procuratore con l’eleganza e lo stile che questi non ha avuto e per Commisso e la società per rendere concreta la critica mossa dal presidente al sistema ed al mondo dei procuratori. Lasciando stare i testicoli, sono squisiti fritti quelli di toro, qui si parrà la loro nobilitate, ricorrendo al nostro Dante Alighieri.