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Longoria sul passato: "Sassuolo piccolo club, ero perplesso. Rossi disse di fidarsi"
Non tutti lo ricorderanno, ma l'attuale presidente dell'Olympique Marsiglia, Pablo Longoria, in passato ha lavorato anche Italia e per la precisione nel Sassuolo. Nel 2010 piombò all'Atalanta, allora militante in Serie B, per poi voltare pagina tre anni dopo al Sassuolo, dove rimase per due anni nel ruolo di capo scout neroverde.
Un compito focale, quello di individuare giovani promesse, tutto sotto la guida di Giovanni Rossi, all'epoca direttore sportivo del club emiliano e all'OM dall'estate appena trascorsa proprio per volere del numero uno Longoria. In che veste? Per il posto di coach's advisor di, nemmeno a dirlo, il tecnico in capo Roberto De Zerbi.
Un passato riesumato proprio nel podcast 'Zack en roue libre', dove Longoria ha affrontato numerosi temi, parlando della sua carriera, e anche dell'esperienza al Sassuolo: "Giovanni Rossi, che ora lavora per noi all'OM, mi aveva chiamato ma io ero un po' perplesso perché Sassuolo era un piccolo club. Lui mi disse di fidarmi perché era un buon club con molti soldi. Ne abbiamo parlato, io ho fatto uno studio della squadra, quindi poi fa un po' le tue relazioni. Io all'epoca viaggiavo molto e avevo visto molti stadi, e dunque mi sono detto: 'ok, vado a Sassuolo'. Il club era stato appena promosso in Serie A e io sono andato a fare il capo scout".
Un compito focale, quello di individuare giovani promesse, tutto sotto la guida di Giovanni Rossi, all'epoca direttore sportivo del club emiliano e all'OM dall'estate appena trascorsa proprio per volere del numero uno Longoria. In che veste? Per il posto di coach's advisor di, nemmeno a dirlo, il tecnico in capo Roberto De Zerbi.
Un passato riesumato proprio nel podcast 'Zack en roue libre', dove Longoria ha affrontato numerosi temi, parlando della sua carriera, e anche dell'esperienza al Sassuolo: "Giovanni Rossi, che ora lavora per noi all'OM, mi aveva chiamato ma io ero un po' perplesso perché Sassuolo era un piccolo club. Lui mi disse di fidarmi perché era un buon club con molti soldi. Ne abbiamo parlato, io ho fatto uno studio della squadra, quindi poi fa un po' le tue relazioni. Io all'epoca viaggiavo molto e avevo visto molti stadi, e dunque mi sono detto: 'ok, vado a Sassuolo'. Il club era stato appena promosso in Serie A e io sono andato a fare il capo scout".
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