Zortea: "Ho studiato tanto Bale. All'Atalanta ho dovuto affrontare i demoni"
Nadir Zortea, esterno del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista a Cronache di Spogliatoio, parlando così del suo cambio di ruolo: "Inizialmente ho dovuto accettarlo, vi assicuro che cambia tanto. Poi però ho capito che poteva essere un’opportunità e ho studiato tanto Gareth Bale, uno che ha avuto un percorso simile al mio e che è diventato un campione. Sto cercando di migliorare sempre di più nella postura del corpo, per non farmi trovare spalle alla porta e nella lettura degli spazi da attaccare".
Si aspettava questo rendimento?
"La frase ‘Non te l’aspettavi’ è un riferimento a tutto quello che faccio a livello individuale fuori dal campo. Chi non mi conosce può pensare che queste prestazioni siano frutto del caso. Io però sono consapevole di tutto quello che sto facendo per migliorarmi ogni giorno di quell’1% che poi farà la differenza. E i risultati stanno arrivando. Qualche anno fa ho cambiato la percezione che avevo del mio tempo libero e lì ho svoltato. Mi sono lasciato ispirare dai libri che ho letto delle persone di successo e ho capito che volevo essere come loro, voglio lasciare il segno. Per farlo ho dovuto iniziare a lavorare molto di più degli altri".
Che cosa fa durante il tempo libero?
"Diciamo che ne ho poco. Ora faccio tante cose. Mi piacciono tantissimo pilates e apnea. Quest’ultima in particolare è una disciplina che mi affascina tanto perché ti aiuta a conoscere meglio il tuo respiro e il modo in cui affronti le situazioni di massimo stress fisico. Spesso questo lavoro me lo ritrovo in campo quando magari sono un po’ a corto di ossigeno. Poi dedico tanto tempo al visual training, in cui mi alleno mentalmente a immaginarmi situazioni e movimenti che possono succedere davvero in campo, e ovviamente al recupero. Ho comprato una camera iperbarica e macchinari come pressoterapia e altri che sfruttano il caldo e il freddo. Oltre alla mia piccola palestra personale. Penso che quello che trasmettiamo agli altri sia solo il riflesso di quello che siamo dentro. Io non voglio avere rimpianti e per questo ogni giorno per me diventa fondamentale".
Ma è vero che ha iniziato a studiare per la patente nautica?
"Ora siamo ancora agli inizi ma spesso ci mandiamo i risultati dei quiz e ci sfidiamo a chi fa meno errori. Sono molto attratto dal mare e mi piace la tranquillità e il senso di pace che sa regalarti".
Come si trova con Nicola?
"Devo dire che quest’anno c’è un legame speciale tra squadra e staff che non avevo mai provato prima. Siamo davvero tutti uniti verso un unico obiettivo. Il mister è unico, fa sentire tutti importanti e tiene tutti sul pezzo. È una persona che stimo tanto e che mi aiuta a livello mentale. Ed è anche grazie a lui che mi ha spostato in avanti a inizio stagione se sto ottenendo questi risultati".
Prima di sfidare Theo Hernandez ha detto che non vedeva l'ora di farlo.
"Davvero non vedevo l’ora di affrontarlo. È un giocatore che ho studiato tantissimo, per me uno dei migliori al mondo nel suo ruolo e io volevo misurarmi contro di lui. Amo affrontare quel tipo di giocatori perché sono queste le sfide che ti fanno davvero migliorare".
All'Atalanta ha vissuto momenti difficili.
"Purtroppo non ho mai trovato continuità e sono arrivato a sentirmi messo da parte. In quel periodo mi sono allenato spesso da solo e ho dovuto affrontare i ‘demoni’ che arrivano quando non scendi in campo per tanto tempo. Per uscire da quel periodo ho fatto un ragionamento che può sembrare strano: mi sono ripetuto che in un anno ci sono circa 40 partite e 250 allenamenti e sono arrivato a pensare che questi contassero di più della ‘domenica’. Ho spostato il mio focus. Solo grazie a questo lavoro quando sono arrivato a Frosinone mi sono subito sentito alla grande. Fisicamente e mentalmente era come se fossi sempre stato titolare".