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Morte di Astori, la Cassazione conferma la condanna di un anno per il medico sportivo Galanti

Morte di Astori, la Cassazione conferma la condanna di un anno per il medico sportivo GalantiTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
Oggi alle 19:44Serie A
di Redazione TMW

Nel giorno del settimo anniversario della morte di Davide Astori, la Cassazione ha confermato la condanna per il professore Giorgio Galanti, ex direttore di medicina sportiva di Careggi e un passato da consulente sportivo della Fiorentina, a un anno di reclusione con la sospensione condizionale per omicidio colposo. Il capitano viola fu trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 nella sua camera di albergo a Udine, dove era in ritiro insieme alla squadra per la trasferta di campionato.

Il pg della Cassazione aveva chiesto il rigetto del ricorso della difesa di Galanti e la conferma della pena a un anno, inflitta in primo grado e confermata in appello. Galanti è stato imputato dell'omicidio colposo di Astori per aver rilasciato due certificati di idoneità agonistica al giocatore, tralasciando, questa l'accusa, di svolgere alcuni esami in contrasto con le linee guida sanitarie: secondo l'accusa il decesso fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non era stata diagnosticata.

Queste le parole dell'avvocato Sigfrido Fenyes, difensore insieme al collega Tullio Padovani del professore Galanti, riporta dall'edizione on line del Corriere Fiorentino. "Rispettiamo la sentenza e leggeremo la motivazione, ma non ci convince perché scardina il canone di accertamento del nesso di causa come elaborato dalla stessa Suprema corte e ormai consolidato. Il nesso di causa viene prima di tutto e se non è provato, tutto il resto non ha ragione di essere e neppure accertamenti su eventuali profili di colpa".

Le parole dell'avvocato della compagna di Astori: "Per un verso siamo soddisfatti per la vittoria" - dice l’avvocato Alessio Mazzoli, che assiste Francesca Fioretti ex compagna del calciatore, nelle parole riportate sempre dal Corriere Fiorentino – "ma c’è anche il dolore nell’apprendere che Davide poteva essere vivo, se solo fosse stata tenuta una condotta diversa",

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