
Palmieri: "Sassuolo isola felice, promozione difficilissima. Berardi e il mercato: vi spiego"
Esulta Francesco Palmieri, uno degli artefici principali del ritorno in Serie A del Sassuolo. Il direttore sportivo neroverde ha fatto centro al primo colpo e si è raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: "Ci godiamo la promozione per poi metterci a tavolino e pianificare il futuro in A. Ci faremo trovare pronti, dobbiamo essere bravi senza mai dimenticare che siamo il Sassuolo tenendo i piedi per terra. Vogliamo il giusto mix tra giovani ed esperti, principalmente per mantenere la A".
È stato facile riportare subito il Sassuolo in A?
"No, difficilissimo. Quando devi vincere per forza è più facile sbagliare. Ricordo l’inizio, si veniva da uno scivolone con l’ambiente depresso e gente che voleva andarsene. Tutti riconoscono la squadra di valore e forte, ma dietro c’è stato un grande lavoro di tutte le componenti. Abbiamo voluto insieme raggiungere l’unico obiettivo di cui mi ha parlato Giovanni Carnevali nell'investirmi della responsabilità".
Le difficoltà maggiori?
"Si doveva ricompattare l’ambiente, i successi nascono prima fuori e poi sul campo. L’aspetto gestionale è stato importante. Prima dovevamo rimuovere le scorie, organizzare, mentalizzare e poi le partite a cui ha pensato Grosso".
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Perché Grosso era l’uomo giusto?
"L’avevamo nel mirino subito. Un’idea vincente. Ci è scattata la voglia di misurarci con un ragazzo che conosceva la B e l’aveva vinta. Una persona speciale, umile, riservata. Un grande lavoratore al quale non piace apparire, poi è tosto come me".
Come avete gestito il rigetto della retrocessione?
"Lavorando tanto sulla testa dei ragazzi e chi stava attorno. Ricordo il ritiro molto complicato, tra chi abbiamo dovuto mettere fuori rosa. C’era da ricostruire e bisognava convincere qualcuno a restare dopo la grossa amarezza. Il lavoro durante l’anno ha fatto la differenza. Siamo stati bravi a gestire le difficoltà che fuori non si vedono".
Difficile convincere Berardi a restare?
"Assolutamente no. Lo ringrazio, oltre a essere il campione che sappiamo, e che veniva da 8 mesi di infortunio, quando è tornato ha tirato la carretta. Non c’è stata la benché minima richiesta di cambiare. È felice di stare qui, è il simbolo del Sassuolo, l’ultima bandiera. Noi siamo orgogliosi di averlo. Ho un legame bellissimo con lui, sono certo che resterà e spero a lungo".
Quanto deve a Carnevali?
"Devo tanto a lui e qualcosa anche lui a me. Gli ho dimostrato tanto con il lavoro e prima come uomo. Se sono qui da tanto è perché con lui ho un legame di stima e amicizia".
Al 10° anno cosa apprezza di più dell’ambiente?
"La serietà e la limpidezza, trasmette voglia di essere seri e con comportamenti di un certo tipo. Devi avere i valori. Sono cresciuto tanto, lo devo a Carnevali e al Sassuolo. Ho girato tanto da calciatore e dirigente, Sassuolo è un’isola felice".
Lo scudetto Primavera e la Supercoppa l’anno scorso, le 3 vittorie al Torneo di Viareggio e ora il trionfo in B.
"Emozioni diverse e bellissime che mi godo".







