Giovanni Carnevali: "Voglio riportare il Sassuolo in A. La retrocessione è stata un mix di cose"
Nel corso di una lunga intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, ha parlato anche della stagione in Serie B e dell'imminente sfida di Coppa Italia contro il Milan: "Il Sassuolo è retrocesso il 19 maggio intorno alle 14,30. Nel tardo pomeriggio ho telefonato a Fabio Grosso e il giorno dopo, parlando con lui e con il nuovo direttore sportivo Francesco Palmieri, siamo ripartiti con un unico pensiero: tornare in Serie A. Ora siamo in vetta nel campionato cadetto, ma è più importante che la squadra stia giocando bene. A San Siro andiamo a fare una partita seria perché la Coppa Italia ha un valore e ci piacerebbe vincere. E poi è bello aver la possibilità di sfidare un grande club come il Milan e giocare anche quest’anno in uno stadio così prestigioso".
Quale gara del Sassuolo a San Siro ricorda con più piacere?
"La vittoria contro il Milan per 5-2 nel gennaio 2023: non era un momento facile, giocammo benissimo".
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In Serie B siete appena passati al comando: se l’aspettava? E sarà una lotta a tre con Pisa e Spezia o si inserirà qualcuno?
"Oggi conta poco la classifica. Noi abbiamo un’ottima squadra e un ottimo allenatore. Grosso ci sta aiutando nella conoscenza di una categoria a cui non siamo abituati. Il campionato è lungo e difficile, e sono convinto che ci siano altre squadre destinate al vertice, anche se magari adesso sono un po’ staccate: penso a Palermo, Cremonese, Sampdoria. Bastano tre vittorie di fila e risali in fretta".
Ripensando alla retrocessione, che spiegazione si è dato?
"Semplicemente che tutto ha portato a quel risultato. Ogni cosa è andata in quella direzione. Non ci siamo arresi, abbiamo provato in tutti i modi a salvarci e questo ci ha aiutato a essere a posto con la coscienza. Ho sempre cercato di trasmettere serenità e ottimismo, anche nei momenti più difficili, perché credo sia giusto così. Nello sport si perde e poi ci si rialza. Errori ne abbiamo fatti, ma non c’è stata una causa determinante: è stato un mix di cose, compresa la difficoltà psicologica a vivere quella situazione. E non posso nemmeno dimenticare l’infortunio di Berardi".
Lei non ha quasi mai sbagliato l’allenatore. Grosso è pronto a fare una bella carriera?
"Può diventare allenatore da grande club. Ne ha tutte le caratteristiche sia come tecnico sia come uomo. Ha idee chiare, conoscenze, personalità. Ed è l’allenatore giusto per la filosofia del Sassuolo".