VIDEO - Berardi, quell'urlo 322 giorni. Un'esultanza che racchiude tutto
Nel mondo del calcio, un anno senza segnare può sembrare un'eternità, e per un campione come Domenico Berardi diventa quasi insopportabile. La sua assenza dai campi, causata da un infortunio al tendine d'Achille che lo ha costretto a stare fermo per 7 mesi, è stata una prova dura non solo per lui ma anche per quei tifosi del Sassuolo che avevano fatto del suo talento una ragione di orgoglio e appartenenza. La sua stessa esultanza nella sfida contro il Mantova, con il ritorno al gol dopo quasi un anno (17 dicembre 2023 l'ultima volta prima di domenica), carica di adrenalina e libertà, racconta molto del vissuto di Mimmo.
È innegabile che in questo periodo ci sia stata una crescita, sia personale che sportiva, ed è bello vedere un calciatore come Berardi affrontare le proprie fragilità in pubblico. Quel gesto di coprire il viso con le mani, per poi portarle sulla maglia, è stata un’immagine forte: un misto di dolore per la lunga assenza e di liberazione per il ritorno in campo. In quel momento, non era solo un gol: è stata la celebrazione di una rinascita.
SCELTI DA SASSUOLONEWS:
Carnevali: "L'obiettivo del Sassuolo è tornare in Serie A il più presto possibile"
Palmieri: "Con Berardi in campo c'è qualcosa di diverso. L'infortunio ha penalizzato il Sassuolo"
Obiang coccola Berardi: "Un pensiero speciale a Mimmo, so quanto si possa soffrire: bentornato"
La sua esultanza rabbiosa, carica di voglia di rivincita, segna da un lato la fine di un incubo personale, dall’altro il ritorno alla normalità, a quella gioia pura e genuina che solo un gol può dare. La pubblica espressione di emozioni forti in un mondo che spesso chiede ai calciatori di rimanere impassibili è un segno di autenticità e umanità che va celebrato. Dunque, sì Mimmo, è tutto finito. Il buio dei 322 giorni è alle spalle. E in queste immagini da bordocampo pubblicate dal Sassuolo tutto questo traspare per davvero!
Visualizza questo post su Instagram