Salernitana, l'ingeneroso esonero di Petrachi e lo scetticismo dei tifosi granata
E Petrachi, tanto per rinfrescare la memoria, è stato quello che ha messo a posto conti e bilanci, che ha abbassato del 70% il monte ingaggi e che ha collocato altrove calciatori come Ikwuemesi, Pirola, Lovato, Sambia, Bradaric e Mikael che guadagnavano tanto, ma che erano reduci da annate assolutamente negative.
E certo ha pochissime responsabilità se ogni operazione in entrata era legata ai paletti di una società che, al contrario, avrebbe dovuto lasciargli carta bianca fidandosi delle sue intuizioni e di quella competenza che lo portò a prendere il Torino in zona retrocessione in B per poi ritrovarsi in Europa. Anche sul mercato in entrata è opportuno fare analisi approfondite e non superficiali. Perchè, pur di "liberarsi" di ingaggi pesanti, Petrachi ha dovuto necessariamente accettare contropartite tecniche non di primissimo livello. I vari Stojanovic, Ghiglione, Kallon, Braaf e Hrustic, per intenderci, non sarebbero mai arrivati a Salerno senza "obblighi" dettati da una situazione del tutto anomala e con un club che non ha nemmeno consentito di utilizzare (per stessa ammissione di Milan) i 25 milioni di euro del paracadute. Sarà pur vero che la classifica vede i granata teoricamente ultimi a pari punti col Sudtirol e che 4 vittorie in 20 partite è bottino troppo magro, ma a monte c'è un ritiro svolto in modalità cantiere aperto e, soprattutto, un ridimensionamento che va in direzione opposta rispetto alle promesse originariamente fatte da Iervolino. Un presidente che, tre anni fa, prospettava una Salernitana in Europa, l'acquisto di calciatori di caratura internazionale, un super settore giovanile, un centro sportivo di ultima generazione, un dialogo costante con la tifoseria e la stampa e una squadra che fosse anzitutto una famiglia. In una famiglia dovrebbe esistere la riconoscenza, non dare la possibilità a Petrachi di operare con un budget adeguato, senza intromissioni nè paletti di alcun genere interrompendo il suo mandato con un anno e mezzo d'anticipo è senza dubbio un azzardo, al punto che la stragrande maggioranza della tifoseria si è schierata al fianco dell'oramai ex ds. Uno scetticismo ambientale che potrebbe sfociare in altre forme di protesta, con parte della curva che non esclude una diserzione totale o uno sciopero del tifo già in occasione della prossima sfida interna con il Sassuolo.