
Nela: "Mazzone aveva una sua visione di calcio, ha portato la sua romanità in giro per l'Italia". FOTO! VIDEO!
Sebino Nela è intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti a margine dell'inaugurazione del campo dedicato a Carlo Mazzone.
Un ricordo di Carlo Mazzone?
“Non ho ricordi particolari, mi avrebbe fatto molto piacere lavorare alle sue dipendenze. Ci siamo incontrati da avversari, ci sono delle cose anche carine da raccontare, proprio quando io ero in campo e lui era seduto in panchina. Però, insomma, l'abbiamo, tutti noi, la mia generazione, l'abbiamo vissuto per molti anni sulle panchine di tantissime squadre italiane, Mi fa piacere essere qua oggi e che qualcuno abbia pensato di dare il suo nome ad un impianto sportivo”.
Un pensiero su questa Roma?
“No, sulla Roma non parlo, su Mazzone sì”.
È quello che serve alla città di Roma un campo dedicato a una figura così storica.
“Mazzone ha portato la sua romanità in giro per tutta l'Italia, credo di sì. È stato un allenatore importante. Secondo me anche sottostimato. Se mi posso permettere questo mondo del calcio oggi è mondo un po' falso, se vogliamo, anche un po' ipocrita. La mediaticità non fa altro che aumentare queste cose, dove tutti si sentano scopritori di talenti o inventori di qualcosa di tattica. Il signor Mazzone negli anni 70 giocava a zona. In molti queste cose non le sanno, non le conoscono, se le sono dimenticate o preferiscono non dirlo. Stiamo parlando di un uomo che aveva la sua visione di calcio. Mi sembra che Guardiola, ha parlato di lui, sia stato abbastanza chiaro, dicendo di essersi anche ispirato al lavoro di Carlo Mazzone. Quindi avevamo a fare con un uomo straordinario, ma anche con un allenatore molto bravo”.
Queste altre parole di Nela direttamente dal palco:
«Grazie per la splendida giornata. È un onore ricevere questa targa, un saluto alle istituzioni e all’AS Roma. Ho conosciuto Mazzone nel 1983 e avevo capito subito con chi avevo a che fare, io ero alla Roma e lui era all’Ascoli. Un mio compagno mi dà un pallone vicino alla sua pallone e lui comincia a gridare dicendo “attaccalo, attaccalo che con il destro non è capace”. Sono scoppiato a ridere e da lì è la nata la nostra conoscenza. Ho sempre sentito parlare di questo uomo in maniera straordinaria, oggi viviamo un calcio falso e ipocrita, si sentono tutti scopritori, Mazzone giocava a zona già negli anni ‘70 e questa cosa viene poco ricordata ma ha un valore enorme, c’era la qualità di un grande allenatore ed è poco riconosciuta. Ai ragazzi dico di andare a scuola, di divertirsi con il calcio e di studiare personalità importanti come Carlo Mazzone».







