Venezia-Roma 0-1 - Scacco Matto - I recuperi della Roma e la qualità quando gioca palla a terra

La Roma espugna Venezia per 1-0 grazie al rigore di Paulo Dybala.

PRESSING - I giallorossi iniziano esercitando subito pressione sugli avversari, per non consentire loro di ragionare e di giocare in verticale rapidamente. I lagunari, infatti, quando possono cerca di risalire il campo in velocità con uno-due, cambi di posizione, terzo uomo e tagli con l'obiettivo di arrivare velocemente in porta. I tanti limiti individuali dei padroni di casa rende difficoltoso il piano di Di Francesco (e, in più in generale, la stagione del Venezia) e l'aggressività della Roma fa il resto. Il piano della squadra di Ranieri è di soffocare i rifornimenti per le due punte e, male che vada, di non consentire loro di girarsi e fare male ai giallorossi. Il piano funziona abbastanza bene e l'azione che porta al colpo di testa di Dovbyk nasce proprio da uno dei tanti recuperi palla della squadra di Ranieri.
Anche il Venezia va in pressione, con i due centrocampisti Nicolussi Caviglia e Perez in marcatura sui due centrocampisti della Roma, Cristante e Gourna-Douath, con Busio che rimane più indietro.

PALLA A TERRA E QUALITÀ - Al quarto d'ora del primo tempo, la Roma sviluppa forse la migliore azione di tutta la partita, tutta palla a terra, con tanta qualità e con alcune cose interessanti da evidenziare: tutto parte con un giropalla difensivo, con il Venezia che si allunga per andare in pressione. Gourna-Douath si abbassa e gira subito a Mancini, che sfrutta il movimento incontro da parte di Dybala per servigli il pallone. L'argentino, seguito da Candè, serve di prima Celik che, in fase di costruzione, si allarga diventando quasi un terzino. Celik, servito fronte porta da Dybala, inizia a correre sulla fascia girando a Rensch ma senza fermarsi, anzi, proseguendo la corsa come se ricoprisse il ruolo di esterno. Se a sinistra la Roma può sfruttare la qualità di Angelino, a destra può sfruttare il fatto che sia Celik, sia Rensch sono due esterni e quindi può creare superiorità da quella parte. Così succede finché un'altra combinazione tra Rensch e Dybala consente a quest'ultimo di prendere palla sulla trequarti per girarla a El Shaarawy. Il Faraone, con Dybala largo a destra, si accentra va vicino a Dovbyk, servendolo di prima. L'ucraino si gira bene ma conclude troppo centralmente ed è un peccato perché l'azione avrebbe meritato migliore fortuna.

L'INUTILITÀ DELLA PALLA LUNGA - La situazione cambia quando i capitolini provano il lancio lungo per Dovbyk che, molto spesso, porta a consegnare banalmente il pallone all'avversario perché l'ucraino non riesce ad addomesticarlo.

UN ALTRO RECUPERO, IL GOL, LA GESTIONE - La Roma inizia la ripresa meno compatta e aggressiva e il Venezia riesce a trovare più faiclmente l'uomo tra le linee, in particolare Yeboah. L'azione che porta al rigore parte invece da un altro recupero della Roma, questa volta di Ndicka, con Angelino che conferma l'ottimo stato di forma, conquistando un rigore preziosissimo. Dopo la trasformazione di Dybala, Ranieri leva Gourna-Douath ed El Shaarawy e si blinda con Nelsson e Pisilli. Il neo acquisto giallorosso gioca da braccetto, con Celik esterno destro e Saelemaekers in avanti accanto a Dybala.
La Roma mantiene il baricentro alto rischiando poco o nulla, ad eccezione di un'incursione di Perez che sfrutta forse l'unica, grande, disattenzione di Mancini della partita, portando a casa così 3 punti fondamentali.