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Cambio Campo - Montano: "Il Napoli non sta risentendo della cessione di Kvaratskhelia e dell'infortunio di Buongiorno. La Roma con Ranieri fa sempre paura"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 07:00Primo piano
di Marco Campanella
per Vocegiallorossa.it
fonte Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella

Cambio Campo - Montano: "Il Napoli non sta risentendo della cessione di Kvaratskhelia e dell'infortunio di Buongiorno. La Roma con Ranieri fa sempre paura"

Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L’ospite di oggi è Alessandro Montano, giornalista del Radio Punto Nuovo, con il quale abbiamo parlato di Roma-Napoli.

Il Napoli arriva all’Olimpico ancora da primo in classifica, dopo un’entusiasmante vittoria in rimonta contro la Juventus e, prima ancora, in casa dell’Atalanta. Cosa dobbiamo aspettarci da questa partita?
"Sicuramente, il risultato delle ultime due partite ha dato una consapevolezza diversa a tutto l'ambiente e alla squadra, anche perché sono due vittorie che vanno tarate per il modo in cui sono arrivate. Senza Kvaratskhelia, senza Buongiorno, contro due formazioni in grandissima forma. Il Napoli è come se avesse giocato una sorta di triangolare con Juventus e Atalanta, dato che si sono affrontate tutte e tre nel giro dei dieci giorni, dimostrando di essere la principale candidata allo scudetto insieme all'Inter. Cosa aspettarsi ora all'Olimpico? Noi, in radio, spesso abbiamo scherzato sulla trilogia scudetto: Atalanta, Juventus e Roma. I primi due atti sono stati assolutamente soddisfacenti. A mio parere, ora arriva il più complicato per tutta una serie di fattori: il rendimento casalingo della Roma, l'impatto di Ranieri. C'è anche, forse, un'eccessiva consapevolezza che Conte dovrà essere bravo a gestire". 

Adesso, lo scudetto è più vicino? Oppure vedi ancora tanta concorrenza?
"Lo scudetto lo vedo molto vicino, ma nell'ottica di una squadra che partiva dal decimo posto. Cosa intendo? Lottare fino alla fine. Se magari fino a qualche mese fa, e parlo dalla sconfitta contro la Lazio, vedevo il Napoli che aveva ancora delle falle da dover sistemare, però aveva una squadra che girava benissimo. Non ha la rosa, però, e non ha la profondità e la qualità degli uomini che, per esempio, ha l'Inter. L'Inter ha un altro passo sotto questo punto di vista. Torniamo sempre al solito discorso, che è un po' il peccato originale di questo campionato. Il Napoli non ha le coppe ed è sicuramente un fattore. L'Inter ce le ha, ma è una squadra molto abituata e che darà fastidio fino alla fine. La concorrenza per me poi finisce lì, perché l'Atalanta a Bergamo ha dimostrato di essere ancora qualcosa in meno rispetto alle big e di essere una squadra da gioco e dalla gestione ancora forse troppo umorale legata ad un allenatore che, per carità, sta scrivendo pagine di storia, ma che evidentemente ha qualcosa in meno rispetto ai grandissimi allenatori che portano una squadra a vincere lo scudetto". 



Rispetto alla gara d’andata, il Napoli ha perso Kvaratskhelia. Ci puoi spiegare cosa ha significa la sua cessione per la squadra di Conte?
"La cessione di Kvaratskhelia è sicuramente il punto focale di questa stagione, è il momento in cui rischi anche l'incidente diplomatico con Antonio Conte, che è tutto da risolvere in queste ultimissime ore di mercato. La situazione è paradossale, si commenta da sola. Mai abbiamo testimoniato di una squadra, prima in classifica, cedere quello che, sulla carta, è il proprio miglior giocatore. Possiamo stare qui a dibattere a lungo sul fatto che De Laurentiis si abbia accontentato Conte in estate, pur non avendo ceduto nessuno dei suoi big, sul fatto che Kvara e la società abbiano ciascuno le proprie responsabilità sul mancato rinnovo, e possiamo stare ancora qui a discutere a lungo sul fatto che Napoli abbia meno bisogno di un calciatore così importante ora che è esploso Neres. Ci sono tanti fattori, tanti punti interrogativi che però lasciano un dato di fatto: il Napoli, almeno numericamente, ha bisogno di qualcuno in quella posizione. Poi, personalmente, per rimpiazzare l'ultimo Kvaratskhelia serve un buon giocatore, non serve un fenomeno. Chiaro è che l'acquisto, quando dico che serve più politicamente che tecnicamente, serve più per tenersi buono Antonio Conte che è abituato a prendere le proprie decisioni e a tirare le somme poi al termine della stagione. Quindi, non ti nascondo che lo spauracchio di rivivere un mercato come nell'anno dei 91 punti, del 2018, dove Napoli prima in classifica va a prendere solamente Regini e Grassi, un po' c'è. Billing e Scuffet rischiano di non essere abbastanza". 

Buongiorno come sta? Potrebbe quantomeno essere in panchina? Quanto sta pesando la sua assenza nella fase difensiva dei partenopei?
"Staremo a vedere. Bisogna capire un po' le ultime sensazioni. Sarà un dubbio che Conte si porterà sino al termine della partita. Come abbiamo già visto con Lobotka nella trasferta di Milano contro l'Inter, se non è al 100% anche il più titolare dei titolari, non va in campo. Poi Juan Jesus in questo momento sta dando delle risposte davvero clamorose che nessuno a Napoli si sarebbe mai aspettato e quindi magari ci potrebbe essere un po' più di relax nel prendere questa scelta. Il Juan Jesus che abbiamo visto contro Atalanta e Juventus non ha fatto ripiangere Buongiorno. Quindi, la sua assenza, paradossalmente, sta pesando poco e questa è la vera grande notizia di questo periodo: è un po' la magia di Conte. Il Napoli sta approcciando uno dei periodi più tosti della stagione, senza Kvara e senza Buongiorno, e ce ne accorgiamo soltanto il giorno dopo quando andiamo a leggere i tabellini". 

La gara d’andata è stata la prima della terza avventura di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Rispetto a quel momento, adesso la Roma fa un po’ più paura?
"Il discorso è un altro: se c'è Ranieri in panchina, la Roma fa sempre paura. La grande fortuna del Napoli è stata che all'andata Ranieri era appena arrivato, quindi non aveva avuto modo di lavorare a lungo su questo gruppo. Ora che il lavoro è già tangibile, si nota una Roma diversa che gira anche su ritmi e meccanismi, soprattutto all'Olimpico, da squadra costruita anche con ambizioni di Champions League, con un mercato assolutamente importante. Quindi la Roma fa sempre paura, non ci girerei troppo intorno e probabilmente anche rispetto all'andata si troverà un Napoli molto più oleato, molto più affinato anche dal punto di vista offensivo e parlano le prestazioni degli ultimi periodi. Di contro, il Napoli troverà una Roma molto più attrezzata rispetto all'andata". 

La Roma potrà contare sul calore dello Stadio Olimpico, dove dalla stagione 2017/2018 ha raccolto ben 33 successi (un primato alla pari del Manchester City). Anche questo fattore potrà essere una preoccupazione per il Napoli?
"Preoccupazione è un parolone se ne parlassimo con Antonio Conte. Parlandone con l’ambiente, invece, c'è una leggera preoccupazione. Il rendimento casalingo della Roma è da grandissima squadra in questa stagione; ora che c’è anche un lavoro diverso da parte di Ranieri. Chiaro è che il Napoli approccia questa sfida con qualche rebus in più, ma con fiducia e consapevolezza. Gli azzurri, in questa stagione, hanno sfatato tanti tabù: hanno vinto contro l'imbattuta Juventus; hanno sfatato la capacità di fare punti anche a San Siro praticamente nel giro di una settimana. Questo è un Napoli che sta dando risposte soprattutto in questo periodo, aldilà di qualsiasi difficoltà o momento dell’avversario. Quindi, sarà una partita sicuramente molto serrata, non mi aspetto una bella partita, bensì una sfida molto tattica che esalterà più che altro il lavoro dei due allenatori che non vorranno perdere, soprattutto se chiamandosi Antonio Conte e Claudio Ranieri".