Cambio Campo - Adamoli: "Il Genoa non porta fortuna a Ranieri. Soulé in rossoblù? Sarebbe straordinario, ma non credo sia fattibile"
Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.
L’ospite di oggi è Gessi Adamoli, giornalista di Telenord.it, con il quale abbiamo parlato di Roma-Genoa.
La stagione del Genoa è stata segnata dal cambio in panchina, con Vieira che ha preso il posto di Gilardino. Come ti è sembrata questa scelta? Sei soddisfatto del lavoro del francese sino a questo momento?
"Lo chef fa la cena con quello che ha a disposizione. Evidentemente, i giocatori che compongono la rosa del Genoa permettono solo di fare un calcio estremamente sparagnino, estremamente speculativo, dato che sia Gilardino prima che Viera dopo hanno rinunciato al calcio champagne. Gilardino era estremamente pratico, il suo gioco era poco piacente; Viera è su questa falsa riga, i dibattiti però sono assolutamente a favore del francese: ha fatto 13 punti in 8 partite; la media è di 1,6 a partita, quindi tanto di cappello. Nessuno si diverte a vedere giocare il Genoa, però come ha detto in conferenza stampa con mal celata soddisfazione, è bello sapere che tutti sono in difficoltà quando incontrano il Genoa che li fa giocare male".
A proposito di Vieira, come ha cambiato la squadra il nuovo tecnico? Ci spieghi i segreti di questo nuovo Genoa?
"Tatticamente, Viera ha inciso schierando un 4-3-3 estremamente prudente, col freno a mano tirato: ha messo un terzino, Zanoli, a fare l'ala destra. Zanoli è estremamente veloce e quindi sfrutta questa sua caratteristica per andare sul fondo e mettere qualche cross; da difensore, era in difficoltà perché non era in grado di marcare. Non stiamo parlando di un'ala pura, ma si è adattato abbastanza bene. Dall'altra parte c'è Miretti, che anche lui non è un'ala, ma una mezzala che spesso ha fatto anche il trequartista o il playmaker. È un esterno estremamente atipico, però soddisfa molto Vieira che lo riproporrà sicuramente anche contro la Roma".
Con gli ultimi risultati, il Genoa si è allontanato dalla zona retrocessione, arrivando in undicesima posizione a un punto dalla Roma. Quanto è importante per i rossoblù la gara dell’Olimpico per scongiurare la lotta alla salvezza? Che gara ti aspetti?
"Sono altre le gare importanti per il Genoa. Paradossalmente, la squadra rossoblù può anche permettersi di perdere all'Olimpico. Fondamentale, invece, sarà fare risultato il turno successivo quando ci sarà lo scontro diretto col Monza. Sarà quella la partita che il Genoa non può assolutamente permettersi di sbagliare".
Passiamo al discorso calciomercato. Negli ultimi giorni è emerso che il Genoa sia interessato a Matias Soulé, inserendo anche nell’affare De Winter. Sebbene Ranieri abbia confermato la preferenza dell’argentino, ci puoi spiegare meglio la situazione?
"Il Genoa è assolutamente a caccia, disperatamente, di un giocatore di qualità, che consenta di alzare il tasso tecnico di un centrocampo basato sulla quantità. Soulé sarebbe un giocatore straordinario per il Genoa, ma credo però che abbia costi di cartellino e di ingaggio difficilmente sopportabili per le casse rossoblù, anche inserendo in un eventuale scambio De Winter. Non credo che il difensore possa andare a coprire interamente il costo di Soulé. Il Genoa sacrificerebbe molto volentieri De Winter per arrivare a Soulé, ma non credo che sia una trattativa praticabile".
La Roma arriva a questa partita dopo 5 risultati utili consecutivi, tra cui la vittoria contro la Lazio nel derby. Adesso la Roma fa un po’ più di paura oppure pensi che il Genoa possa venire a prendersi i tre punti nella Capitale?
"L'Olimpico per il Genoa è un campo assolutamente tabù, almeno contro la Roma, dato che contro la Lazio spesso si è spuntata. Contro la Roma, il Genoa non ha mai vinto all'Olimpico. Le vittorie sono state: nel 1990, ma si giocò al Flaminio; la vittoria precedente, addirittura datata a 1951, si giocò sul campo neutro de L'Aquila, perché la Roma aveva il campo squalificato. Le premesse sono quelle di un campo tabù".
La gara d’andata è stata l’ultima di De Rossi sulla panchina della Roma, sostituito da Juric. Adesso in panchina c’è Ranieri, che ne pensi del tecnico romano? Che idea ti sei fatto in questi mesi sulla squadra capitolina?
"De Rossi si è giocato la panchina a Marassi, ma un po' sarebbe cercata: il secondo tempo della Roma, che aveva dominato in maniera assoluta il primo tempo, era stato assolutamente indegno, inguardabile e incommentabile. Di fronte a ciò, la reazione della società forse è stata esagerata, ma anche comprensibile. Juric poi, che a Genova conosciamo benissimo sia come giocatore che come allenatore, mi ha sorpreso in negativo: noi lo consideriamo un ottimo allenatore, l'allievo prediletto di Gasperini che quasi poteva quantomeno arrivare ai suoi livelli. Le premesse iniziali di Juric, però, non sono state mantenute, ma resta un eccellente allenatore dal mio punto di vista. La scuola di Gasperini ha formato tanti allenatori che riescono a dare un'impronta alla propria squadra. Ranieri, dal canto suo, ha sicuramente inciso, portando tranquillità e saggezza. In un certo verso, ha fatto quello che faceva Ballardini al Genoa, non a caso l'avevano soprannominato lo zio: portava la sua saggezza e la sua serenità a una squadra perennemente inquieta, fino a raggiungere l'obiettivo. C'è da dire che il Genoa non porta molta fortuna a Ranieri: il suo esordio da calciatore con la Roma, avvenne il 4 novembre 1973 proprio contro i rossoblù a Marassi. I padroni di casa che, nonostante a fine anno retrocessero in Serie B, riuscirono a vincere 2-1 grazie ai gol di Corradi, marcato proprio da Ranieri, e Simoni: un esordio sfortunato. Da allenatore, c'è il precedente di quel 3-0 per la Roma che si trasformò in un 4-3 clamoroso per il Genoa, che costò la panchina a Ranieri".