Il progetto Roma è a lungo termine, ma il presente ha bisogno di risposte
L'avvicinamento al match contro il Napoli si sviluppa tra novità e vecchie abitudini. La principale novità è rappresentata dal ritorno di mister Ranieri, che però, paradossalmente, non è una vera novità: è il terzo allenatore a sedere sulla panchina della Roma dall'inizio della stagione. Tra le costanti, invece, ci sono le questioni individuali legate soprattutto a Paulo Dybala. L'argentino, nonostante le parole di sostegno spese da Ranieri durante la sua prima conferenza stampa, continua a lavorare a parte. L'infortunio che lo ha costretto a saltare il match contro il Bologna si somma a un rendimento segnato dalla discontinuità: su 12 partite di Serie A, Dybala è sceso in campo da titolare solo 6 volte, completando i 90 minuti in una sola occasione.
In attesa di capire quale squadra, quali uomini e quale modulo Ranieri schiererà al "Maradona", a tenere banco sono ancora una volta le parole del Responsabile dell'Area Tecnica, Ghisolfi. Durante la conferenza stampa di presentazione di Ranieri, il francese è rimasto in secondo piano, messo in ombra dalla dialettica schietta del mister, già perfettamente calato nel ruolo di guida del club. Ghisolfi, tuttavia, è tornato a parlare del progetto Roma, un tema che da queste parti è tra i più inflazionati da quando il club è passato alla proprietà americana.
Negli anni, i progetti si sono evoluti e trasformati. Si è passati dall’idea iniziale con Luis Enrique in panchina al periodo successivo al 26 maggio, quando Sabatini fu chiamato a ricostruire una squadra in grado di reagire immediatamente all'onta del derby perso. Si è attraversata una fase di necessità, segnata dalla ricerca di plusvalenze, fino ad arrivare a momenti di grande entusiasmo: l’ingaggio di Mourinho, gli arrivi di Dybala e Lukaku, la vittoria della Conference League e la finale di Europa League, a cui si è aggiunta la semifinale raggiunta nella stagione successiva. Un percorso che oggi sembra appartenere a un’era lontana, considerando i risultati attuali. Quando le cose non vanno bene, il termine progetto torna inevitabilmente al centro del dibattito. Ghisolfi ha chiarito che la politica che ha portato successi internazionali (sarebbero stati due senza Taylor) non è più sostenibile. "Preferiamo investire sul lungo termine, anziché puntare su prestiti con giocatori esperti ma dai salari elevati", ha dichiarato. Tuttavia, parlare di lungo termine, tra continui cambi di allenatori e dirigenti, appare come un rebus difficile da decifrare. In questo contesto, il futuro della squadra si intreccia con il presente.
Da una parte, ci sono progetti ambiziosi come l’inserimento dell’U23 e il nuovo stadio; dall’altra, c’è la necessità di ottenere risultati immediati. L’arrivo di Ranieri ha portato una ventata d’ottimismo, fungendo da panacea per una squadra che fatica a ritrovare fiducia. Tuttavia, il calendario non aiuta: nelle prossime tre partite, contro Napoli, Tottenham e Atalanta, serviranno risultati positivi per risollevare il morale.
Da Ranieri ci si aspetta un cambio di rotta, ma la strada è lunga e i protagonisti in campo restano gli stessi. Il calcio giocato, in questo momento, è un’arma a doppio taglio: può rappresentare l’occasione per invertire la tendenza, ma anche per confermare le difficoltà che hanno segnato questa stagione.