
José Mourinho, Carlo Ancelotti e il momento giusto per l'ultima grandissima sfida
Carlo Ancelotti e José Mourinho sono due degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Messi insieme hanno conquistato 57 titoli, un numero oggettivamente impressionante che vede il manager emiliano ancor più protagonista dello Special One in virtù delle cinque Champions League conquistate in carriera: due col Milan, tre col Real Madrid.
Si dice che un allenatore non si giudica solo per i titoli. Giusto. Ma cosa c'è stato di meglio negli ultimi vent'anni? Probabilmente solo Guardiola, ma anche su questo giudizio non tutti la pensano allo stesso modo. Tre stelle che distano tra loro anni luce, tre stili profondamente diversi di allenare e giungere all'obiettivo. Ma soprattutto tre campioni della panchina che sanno come far funzionare tanti fuoriclasse che condividono lo stesso spogliatoio. Probabilmente la cosa più difficile.
Ancelotti e Mourinho hanno circa tre anni e mezzo di differenza. Hanno vinto di tutto e di più. A tutte le latitudini. Ma entrambi fino a questo momento hanno sempre rifiutato un ruolo da commissario tecnico che pure gli è stato ripetutamente proposto per dare priorità al lavoro sul campo. Ancelotti recentemente ha svelato il no alla Nazionale, Mourinho durante l'avventura alla Roma ha rifiutato il 'suo' Portogallo. Ha chiuso le porte a una federazione che ora è tornata alla carica e che questa volta potrebbe ricevere risposta ben diversa. Tra poco più di un anno ci sarà infatti la Coppa del Mondo in Nord America e l'idea per lo Special One di volare negli States per tentare un'impresa senza precedenti nella storia del Portogallo è oggi idea che inizia ad allettarlo. Anche perché chissà se l'avventura in Turchia, al Fenerbahce, proseguirà oltre questa stagione.
Potrebbe presto approdare alla guida di una nazionale anche Carlo Ancelotti. In questo caso la scelta sarebbe conseguente a quella del Real Madrid. Di un club che, dipendesse dall'allenatore italiano, continuerebbe ad allenare per altri dieci anni. La società più prestigiosa al mondo non permette però passaggi a vuoto. Primavere senza titoli. E allora Florentino Perez dopo l'eliminazione ai quarti di Champions League ha già cominciato un casting che ha in Xabi Alonso il grande prescelto.
Dovesse il Real Madrid scaricare Carlo Ancelotti con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza del contratto, ecco che il tecnico di Reggiolo avrebbe solo l'imbarazzo della scelta. Ma oggi forse l'idea di diventare il nuovo Commissario Tecnico del Brasile è quella che lo stuzzica più di tutte le altre. Perché nuova, perché unica nel suo genere e quindi diversa rispetto a quanto fatto negli ultimi trent'anni. La prospettiva di guidare i verdeoro al Mondiale piace a Carlo Ancelotti, a un allenatore a cui manca solo il trionfo in Coppa del Mondo per chiudere il cerchio. Per chiudere una carriera già più che eccezionale così. Quale occasione migliore di questa?
Si dice che un allenatore non si giudica solo per i titoli. Giusto. Ma cosa c'è stato di meglio negli ultimi vent'anni? Probabilmente solo Guardiola, ma anche su questo giudizio non tutti la pensano allo stesso modo. Tre stelle che distano tra loro anni luce, tre stili profondamente diversi di allenare e giungere all'obiettivo. Ma soprattutto tre campioni della panchina che sanno come far funzionare tanti fuoriclasse che condividono lo stesso spogliatoio. Probabilmente la cosa più difficile.
Ancelotti e Mourinho hanno circa tre anni e mezzo di differenza. Hanno vinto di tutto e di più. A tutte le latitudini. Ma entrambi fino a questo momento hanno sempre rifiutato un ruolo da commissario tecnico che pure gli è stato ripetutamente proposto per dare priorità al lavoro sul campo. Ancelotti recentemente ha svelato il no alla Nazionale, Mourinho durante l'avventura alla Roma ha rifiutato il 'suo' Portogallo. Ha chiuso le porte a una federazione che ora è tornata alla carica e che questa volta potrebbe ricevere risposta ben diversa. Tra poco più di un anno ci sarà infatti la Coppa del Mondo in Nord America e l'idea per lo Special One di volare negli States per tentare un'impresa senza precedenti nella storia del Portogallo è oggi idea che inizia ad allettarlo. Anche perché chissà se l'avventura in Turchia, al Fenerbahce, proseguirà oltre questa stagione.
Potrebbe presto approdare alla guida di una nazionale anche Carlo Ancelotti. In questo caso la scelta sarebbe conseguente a quella del Real Madrid. Di un club che, dipendesse dall'allenatore italiano, continuerebbe ad allenare per altri dieci anni. La società più prestigiosa al mondo non permette però passaggi a vuoto. Primavere senza titoli. E allora Florentino Perez dopo l'eliminazione ai quarti di Champions League ha già cominciato un casting che ha in Xabi Alonso il grande prescelto.
Dovesse il Real Madrid scaricare Carlo Ancelotti con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza del contratto, ecco che il tecnico di Reggiolo avrebbe solo l'imbarazzo della scelta. Ma oggi forse l'idea di diventare il nuovo Commissario Tecnico del Brasile è quella che lo stuzzica più di tutte le altre. Perché nuova, perché unica nel suo genere e quindi diversa rispetto a quanto fatto negli ultimi trent'anni. La prospettiva di guidare i verdeoro al Mondiale piace a Carlo Ancelotti, a un allenatore a cui manca solo il trionfo in Coppa del Mondo per chiudere il cerchio. Per chiudere una carriera già più che eccezionale così. Quale occasione migliore di questa?
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