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Malore Bove, si sospetta una 'torsione di punta'. Il prof. Capua: "Ritorno in campo? Dipende"
Continua a far discutere quanto avvenuto domenica sera a Edoardo Bove al minuto 17 di Fiorentina-Inter, quando il centrocampista si è accasciato da solo al suolo, venendo poi trasportato fuori dal campo a bordo di un'ambulanza.
Adesso i medici stanno cercando di fare luce quanto avvenuto attorno a quel momento, sul quale regna ancora un certo mistero. L’unica certezza è che non ci sono danni neurologici e cardiovascolari, ed è già un sollievo. Il malore, scrive Il Corriere dello Sport - Stadio, potrebbe essere stato causato da un’aritmia, da uno scontro di gioco (una contusione toracica) o da quella che gli esperti chiamano “torsione di punta”, cioè una tachicardia ventricolare che può trasformarsi in fibrillazione e che porta la frequenza del battito tra i 150 e i 300 battiti al minuto.
A tal proposito, queste le considerazioni sul tema del professor Giuseppe Capua, specialista in Medicina Nucleare e Medicina dello Sport: "Ci sono anche patologie imponderabili e maligne, molto difficili da diagnosticare. Come quella di Astori. Le fibrillazioni ventricolari in genere sono quelle maligne che non ti avvertono. Può tornare a giocare? Dipende, speriamo intanto che ci sia una diagnosi rapida. Eriksen in Italia non potrebbe perché i nostri regolamenti sono più rigidi di quelli inglesi. Ed è una fortuna".
Adesso i medici stanno cercando di fare luce quanto avvenuto attorno a quel momento, sul quale regna ancora un certo mistero. L’unica certezza è che non ci sono danni neurologici e cardiovascolari, ed è già un sollievo. Il malore, scrive Il Corriere dello Sport - Stadio, potrebbe essere stato causato da un’aritmia, da uno scontro di gioco (una contusione toracica) o da quella che gli esperti chiamano “torsione di punta”, cioè una tachicardia ventricolare che può trasformarsi in fibrillazione e che porta la frequenza del battito tra i 150 e i 300 battiti al minuto.
A tal proposito, queste le considerazioni sul tema del professor Giuseppe Capua, specialista in Medicina Nucleare e Medicina dello Sport: "Ci sono anche patologie imponderabili e maligne, molto difficili da diagnosticare. Come quella di Astori. Le fibrillazioni ventricolari in genere sono quelle maligne che non ti avvertono. Può tornare a giocare? Dipende, speriamo intanto che ci sia una diagnosi rapida. Eriksen in Italia non potrebbe perché i nostri regolamenti sono più rigidi di quelli inglesi. Ed è una fortuna".
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