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Roma, Mancini: "Quando non vinci subentra tristezza. Hummels? Per me è il professore"
Gianluca Mancini, in gol con la Roma nella sfida di Europa League pareggiata in Belgio, ha parlato così in mixed zone al termine della gara: "Quando non vinci subentra delusione, tristezza, frustrazione, per le squadre di calcio, per i giocatori, per i allenatori, va in campo per vincere, per portare a casa tre punti. Quando arrivano con difficoltà, c'è frustrazione in certe occasioni e arrabbiatura tantissima. Però bisogna cercare di portare a casa, perché sono, come ho detto e ripeto, la cosa più importante in questo momento", le parole raccolte da VoceGialloRossa.it.
Sull'esclusione di Hummels.
"Sono un ammiratore di Mats perché sono più piccolo di lui, l'ho visto quando stavo al bar con i miei amici, lo vedevo durante la finale di Champions. Mi viene da chiamarlo "il professore" perché già come si presenta è un campione. Nel gruppo si è inserito molto bene, è un leader in questo. Anche se sta giocando poco è molto positivo, parla tanto anche con noi, cerca di tirarci su. Poi le scelte tecniche ci sono gli allenatori e io mi limito a solo guardare, non posso rispondere".
Sul gol.
"No, sicuramente il gol mio conta fino a un certo punto. Era più importante vincere. E sì, magari a occasioni abbiamo forse meritato un pochino di più. È stata una partita maschia, una lotta, il campo era quello che era. Abbiamo cercato di fare il massimo di quello che ci ha chiesto il mister. Siamo delusi e arrabbiati per il risultato, perché volevamo tre punti".
Ci credete ancora nel cammino Europeo?
"Ci crediamo, sappiamo che avremo delle partite molto toste con le squadre forti e cercheremo di ribaltare la situazione per andare avanti".
Su Juric.
"Noi il mister lo seguiamo, cerchiamo di fare quello che ci chiede, quello che prepara al meglio delle nostre possibilità".
Sull'esclusione di Hummels.
"Sono un ammiratore di Mats perché sono più piccolo di lui, l'ho visto quando stavo al bar con i miei amici, lo vedevo durante la finale di Champions. Mi viene da chiamarlo "il professore" perché già come si presenta è un campione. Nel gruppo si è inserito molto bene, è un leader in questo. Anche se sta giocando poco è molto positivo, parla tanto anche con noi, cerca di tirarci su. Poi le scelte tecniche ci sono gli allenatori e io mi limito a solo guardare, non posso rispondere".
Sul gol.
"No, sicuramente il gol mio conta fino a un certo punto. Era più importante vincere. E sì, magari a occasioni abbiamo forse meritato un pochino di più. È stata una partita maschia, una lotta, il campo era quello che era. Abbiamo cercato di fare il massimo di quello che ci ha chiesto il mister. Siamo delusi e arrabbiati per il risultato, perché volevamo tre punti".
Ci credete ancora nel cammino Europeo?
"Ci crediamo, sappiamo che avremo delle partite molto toste con le squadre forti e cercheremo di ribaltare la situazione per andare avanti".
Su Juric.
"Noi il mister lo seguiamo, cerchiamo di fare quello che ci chiede, quello che prepara al meglio delle nostre possibilità".
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