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AIA, Pacifici all'Assemblea: "Quel 2% che avevamo era una risorsa, non un peso..."
Il presidente dell'Associazione Italiana Arbitri Carlo Pacifici ha tenuto il suo discorso introduttivo nel giorno dell'Assemblea che sta andando in scena a Roma e modificherà lo Statuto della Federazione: "Volevo solo chiarire un aspetto, soltanto ieri sono venuto a conoscenza di un emendamento presentato autonomamente da un delegato dell’AIA che non rappresenta in maniera assoluta l’idea dell’AIA. Chiedo di votare no a questo emendamento, l’AIA non ha proposto alcun emendamento. Il primo pensiero è sempre andato a quel modesto 2% di rappresentanza dell’AIA andando a dimostrare ancora una volta come gli arbitri siano la giustificazione di ogni colpa. Mi sarebbe piaciuto come appassionato e innamorato di questo sport che tutte le componenti federali avessero fatto quadrato su questa minima ma significativa partecipazione, sinonimo di garanzia di una maggiore qualità rappresentativa nel calcio".
E ancora: "Sono profondamente rammaricato, credo che il nostro calcio possa avere un futuro solo se tutte le componenti metteranno da parte i loro interessi. Non è nostra abitudine creare barriere o edificare muri, siamo sempre aperti al confronto senza rinunciare a dignità e rispetto che la nostra componente merita. Ritengo fondamentale che i principi di terzietà degli arbitri e l’indipendenza possano essere altrettanto garantite anche senza il diritto di voto mantenendo la presenza del presidente dell’AIA nel consiglio Federale. Quel 2%, seppur minimo, non avrebbe rappresentato un peso ma una risorsa, un bollino di qualità. Anche noi abbiamo una partecipazione tecnica e attiva all’evento calcistico, la componente arbitrale rappresenta la garanzia di rispetto delle regole nelle oltre 500 mila gare che si disputano annualmente in Italia".
E infine: "Mi sarei aspettato più rispetto per i 33 mila giovani che danno il fischio d’inizio a ogni partita solo per rappresentare le regole del calcio e che vengono maltrattati in ogni modo. Da tre anni c’è una legge ferma in parlamento e la politica deve salvaguardare i deboli e gli indifesi, ci aspettiamo risposte e non promesse. Siamo e saremo sempre dalla parte di chi vuole costruire e non distruggere. Dalla parte di chi ama il calcio, non di chi ha interessi. La componente arbitrale non parteciperà al voto del documento presentato dal presidente Federale”.
E ancora: "Sono profondamente rammaricato, credo che il nostro calcio possa avere un futuro solo se tutte le componenti metteranno da parte i loro interessi. Non è nostra abitudine creare barriere o edificare muri, siamo sempre aperti al confronto senza rinunciare a dignità e rispetto che la nostra componente merita. Ritengo fondamentale che i principi di terzietà degli arbitri e l’indipendenza possano essere altrettanto garantite anche senza il diritto di voto mantenendo la presenza del presidente dell’AIA nel consiglio Federale. Quel 2%, seppur minimo, non avrebbe rappresentato un peso ma una risorsa, un bollino di qualità. Anche noi abbiamo una partecipazione tecnica e attiva all’evento calcistico, la componente arbitrale rappresenta la garanzia di rispetto delle regole nelle oltre 500 mila gare che si disputano annualmente in Italia".
E infine: "Mi sarei aspettato più rispetto per i 33 mila giovani che danno il fischio d’inizio a ogni partita solo per rappresentare le regole del calcio e che vengono maltrattati in ogni modo. Da tre anni c’è una legge ferma in parlamento e la politica deve salvaguardare i deboli e gli indifesi, ci aspettiamo risposte e non promesse. Siamo e saremo sempre dalla parte di chi vuole costruire e non distruggere. Dalla parte di chi ama il calcio, non di chi ha interessi. La componente arbitrale non parteciperà al voto del documento presentato dal presidente Federale”.
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