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Notte di Halloween all’Olimpico: la Roma vince, ma senza far tremare
Non ci sono miglioramenti o almeno non ce ne sono evidenti. La Roma vince contro il Torino 1 a 0 allo stadio Olimpico ma, al di là di ogni frase retorica del caso (come il vince e non convince), ottiene i tre punti solo grazie alla magia dei singoli. Non si tratta di una squadra senza identità e basta, ma di una rosa che ancora non sembra si sia amalgamata al massimo, poco complice e per nulla compatta.
Le scuse per spiegare al meglio la situazione e che potrebbero essere usate sono tante, ma non c’è più tempo per nascondersi dietro ad un dito o per trovare alibi. Il lavoro fatto fino ad adesso è insufficiente. Pochi gol, tanta tensione e risultati altalenanti.
Eppure, dopo aver portato a casa una vittoria si è soliti esaltare le prestazioni e le qualità che hanno contraddistinto il gruppo rispetto all’avversario, ma nel caso della Roma, è difficile anche solo capire cosa abbia funzionato.
Dybala falso nueve, Pellegrini e Cristante non titolari ma inseriti a gara in corso con Pisilli e Baldanzi dietro alla Joya. Ciò che c’è stato di buono (oltre alla difesa di Ndicka, Mancini e un po’ anche Celik e le parate di Svilar) è stata innanzitutto la fantasia del 21 giallorosso e poi le parate di SVilar, le imbucate di Baldanzi e Pisilli, i duelli di Konè, la tencia di Ndicka, i cross di Angelino e le verticalizzazioni di Le Fee. Più o meno tutti sufficienti nella loro individualità, ma non nel complesso. Troppi pochi tiri in porta senza precisione e troppa lentezza di gioco ormai conosciuta ai più.
Serve cambiare registro, serve cambiare attitudine, anche se ora, più che mai serve convinzione e fiducia. La stessa che tutto il popolo romanista ha riposto negli 11 nuovi acquisti a libro chiuso. Per questo ad oggi, serve un cambio rotta.
Le scuse per spiegare al meglio la situazione e che potrebbero essere usate sono tante, ma non c’è più tempo per nascondersi dietro ad un dito o per trovare alibi. Il lavoro fatto fino ad adesso è insufficiente. Pochi gol, tanta tensione e risultati altalenanti.
Eppure, dopo aver portato a casa una vittoria si è soliti esaltare le prestazioni e le qualità che hanno contraddistinto il gruppo rispetto all’avversario, ma nel caso della Roma, è difficile anche solo capire cosa abbia funzionato.
Dybala falso nueve, Pellegrini e Cristante non titolari ma inseriti a gara in corso con Pisilli e Baldanzi dietro alla Joya. Ciò che c’è stato di buono (oltre alla difesa di Ndicka, Mancini e un po’ anche Celik e le parate di Svilar) è stata innanzitutto la fantasia del 21 giallorosso e poi le parate di SVilar, le imbucate di Baldanzi e Pisilli, i duelli di Konè, la tencia di Ndicka, i cross di Angelino e le verticalizzazioni di Le Fee. Più o meno tutti sufficienti nella loro individualità, ma non nel complesso. Troppi pochi tiri in porta senza precisione e troppa lentezza di gioco ormai conosciuta ai più.
Serve cambiare registro, serve cambiare attitudine, anche se ora, più che mai serve convinzione e fiducia. La stessa che tutto il popolo romanista ha riposto negli 11 nuovi acquisti a libro chiuso. Per questo ad oggi, serve un cambio rotta.
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