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Roma, Dovbyk tra le poche certezze di Juric. I numeri dell'attaccante
Nonostante un avvio poco brillante e una fase iniziale in cui sembrava confuso e disorientato, oggi Artem Dovbyk è diventato una pedina inamovibile nello scacchiere di Ivan Juric.
Con 7 partite giocate in campionato, 3 gol, un assist e 613 minuti complessivi, oltre a 2 presenze in Europa League con un gol in 106 minuti, il bottino dell'attaccante ucraino parla chiaro. Se all'inizio il suo approdo alla Roma aveva sollevato più di un dubbio sulla sua preparazione e affidabilità, sono bastate poche giornate, per la precisione quattro, per dissipare ogni incertezza.
L'ex centravanti del Girona è l’indiscusso protagonista della sessione estiva, il fiore all'occhiello della campagna acquisti orchestrata da Ghisolfi. Insieme a Matias Soulé, avrebbe dovuto cambiare il destino della Roma, ma mentre il secondo non ha ancora espresso il potenziale atteso, Artem sta rispettando appieno le aspettative.
In Serie A, Dovbyk si sta confermando un attaccante di altissimo livello: la sua progressione gli permette di essere servito a campo aperto, mentre in area si distingue per la capacità di muoversi con intelligenza e prendere decisioni efficaci, come dimostrato nel gol contro il Monza. Alla sua prima esperienza in maglia giallorossa ha fatto meglio di Pruzzo, Völler, Balbo, Dzeko, così come di Abraham e di Belotti. La crescita e l'impatto di Dovbyk sono ormai evidenti: quando parte in profondità palla al piede, è imprendibile.
Pertanto, considerare la sua assenza dal campo per un motivo x (come quello paventato nei giorni scorsi ‘per infortunio data l’assenza in rifinitura ma poi decisivo ieri nell’1 a 1 contro la Repubblica Ceca) è davvero inquietante, soprattutto in relazione ai piani B e C che si potrebbero ipotizzare.
L’opzione B suggerirebbe il cambio con Eldor Shomurodov mentre il piano C queloo di adottare un cambio radicale di modulo. Tuttavia, in entrambi i casi, queste soluzioni risultano decisamente discutibili. La strada migliore sarebbe invece quella di puntare a gennaio 2025 su un profilo di supporto, in grado di dare sicurezze ad un reparto che senza l’ucraino fa tanta fatica a trovare il ritmo giusto.
Con 7 partite giocate in campionato, 3 gol, un assist e 613 minuti complessivi, oltre a 2 presenze in Europa League con un gol in 106 minuti, il bottino dell'attaccante ucraino parla chiaro. Se all'inizio il suo approdo alla Roma aveva sollevato più di un dubbio sulla sua preparazione e affidabilità, sono bastate poche giornate, per la precisione quattro, per dissipare ogni incertezza.
L'ex centravanti del Girona è l’indiscusso protagonista della sessione estiva, il fiore all'occhiello della campagna acquisti orchestrata da Ghisolfi. Insieme a Matias Soulé, avrebbe dovuto cambiare il destino della Roma, ma mentre il secondo non ha ancora espresso il potenziale atteso, Artem sta rispettando appieno le aspettative.
In Serie A, Dovbyk si sta confermando un attaccante di altissimo livello: la sua progressione gli permette di essere servito a campo aperto, mentre in area si distingue per la capacità di muoversi con intelligenza e prendere decisioni efficaci, come dimostrato nel gol contro il Monza. Alla sua prima esperienza in maglia giallorossa ha fatto meglio di Pruzzo, Völler, Balbo, Dzeko, così come di Abraham e di Belotti. La crescita e l'impatto di Dovbyk sono ormai evidenti: quando parte in profondità palla al piede, è imprendibile.
Pertanto, considerare la sua assenza dal campo per un motivo x (come quello paventato nei giorni scorsi ‘per infortunio data l’assenza in rifinitura ma poi decisivo ieri nell’1 a 1 contro la Repubblica Ceca) è davvero inquietante, soprattutto in relazione ai piani B e C che si potrebbero ipotizzare.
L’opzione B suggerirebbe il cambio con Eldor Shomurodov mentre il piano C queloo di adottare un cambio radicale di modulo. Tuttavia, in entrambi i casi, queste soluzioni risultano decisamente discutibili. La strada migliore sarebbe invece quella di puntare a gennaio 2025 su un profilo di supporto, in grado di dare sicurezze ad un reparto che senza l’ucraino fa tanta fatica a trovare il ritmo giusto.
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