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Malagò: "Lo sport ha bisogno che il governo faccia la sua parte. A cominciare dagli stadi"
Giovanni Malagò, presidente del CONI, è intervenuto a Bologna in occasione dell'evento Stati generali del calcio: il libro bianco: "Lo sport ha assolutamente bisogno che la politica, cioè il governo, faccia la sua parte. A cominciare dagli stadi, penso qui a Bologna: altrimenti tutto diventa non complicato ma impossibile. Poi ci sono da capire i confini: se metto il piede oltre, anche se non è scritto o codificato, ci possono essere conflitti.
Sul tema dei grandi eventi sportivi, tutti sanno che io sono il portabandiera della filosofia che dobbiamo portare nel nostro Paese i grandi eventi sportivi. Il nostro Paese senza grandi eventi sportivi non riesce a realizzare il resto, questo è certificato dalla storia dell’Italia: le grandissime eccezioni confermano solo la regola. Dal 1956, primo appuntamento olimpico, a oggi, se voi andate a vedere, salvo pochissimi casi, senza un’Olimpiade o un Mondiale non si sono fatti gli stadi. E non si sono fatti nemmeno palazzetti dello sport, se non in pochissimi casi con un procedimento sfinente.
Conosciamo le difficoltà burocratiche e ognuna delle parti coinvolte deve essere convinto dall’inizio alla fine. Ma se l’iter dura anni o decenni, può succedere di tutto: cambiano autorità, proprietà, dirigenti. Invece, coi grandi eventi sportivi, contrariamente a quanto sostiene qualche fenomeno dell’informazione pubblica o dei social, nessuno regala a nessuno. Hai una deadline breve e devi dimostrare al mondo che l’Italia può organizzare un evento: l’iter si accelera. Chiudo dicendo viva il calcio italiano; se va alla grande, va alla grande tutto lo sport italiano”.
Sul tema dei grandi eventi sportivi, tutti sanno che io sono il portabandiera della filosofia che dobbiamo portare nel nostro Paese i grandi eventi sportivi. Il nostro Paese senza grandi eventi sportivi non riesce a realizzare il resto, questo è certificato dalla storia dell’Italia: le grandissime eccezioni confermano solo la regola. Dal 1956, primo appuntamento olimpico, a oggi, se voi andate a vedere, salvo pochissimi casi, senza un’Olimpiade o un Mondiale non si sono fatti gli stadi. E non si sono fatti nemmeno palazzetti dello sport, se non in pochissimi casi con un procedimento sfinente.
Conosciamo le difficoltà burocratiche e ognuna delle parti coinvolte deve essere convinto dall’inizio alla fine. Ma se l’iter dura anni o decenni, può succedere di tutto: cambiano autorità, proprietà, dirigenti. Invece, coi grandi eventi sportivi, contrariamente a quanto sostiene qualche fenomeno dell’informazione pubblica o dei social, nessuno regala a nessuno. Hai una deadline breve e devi dimostrare al mondo che l’Italia può organizzare un evento: l’iter si accelera. Chiudo dicendo viva il calcio italiano; se va alla grande, va alla grande tutto lo sport italiano”.
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