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Juric, De Rossi o un terzo nome. La Roma è una polveriera, ma il club smentisce cambi
Continuano a rimbalzare le voci su un possibile esonero di Ivan Juric e un clamoroso ritorno in panchina di Daniele De Rossi. Secondo quanto riportato dall'edizione locale de La Repubblica, la dirigenza continua a smentire qualsiasi tipo di cambio in corsa. Nessun ribaltone, almeno per adesso, ma a Trigoria la sensazione è che si navighi a vista. Le idee del tecnico probabilmente sono giuste, ma non ha tempo di lavorare, di studiare e adattarsi a una realtà che è più grande di quelle a cui era abituato. I Friedkin sono contestati, ma vogliono calmare la piazza e non è da escludere facciano un tentativo estremo riportando la bandiera sulla panchina giallorossa.
Un altro intervento potrebbe essere la nomina di un amministratore delegato italiano e che conosca l'ambiente, ma tutte sembrano essere ipotesi infondate. Il problema però è che, per La Repubblica, Juric è poco legittimato all'interno della squadra: si vedono poco le sue richieste in campo. A volerlo era stata l'ex CEO Lina Souloukou, poi dimessasi, e adesso non sa a chi appellarsi.
Intanto De Rossi è un osservatore interessatissimo della situazione, ma attenzione, la proprietà potrebbe anche pensare a un terzo nome che non sia nessuno dei due già citati.
Un altro intervento potrebbe essere la nomina di un amministratore delegato italiano e che conosca l'ambiente, ma tutte sembrano essere ipotesi infondate. Il problema però è che, per La Repubblica, Juric è poco legittimato all'interno della squadra: si vedono poco le sue richieste in campo. A volerlo era stata l'ex CEO Lina Souloukou, poi dimessasi, e adesso non sa a chi appellarsi.
Intanto De Rossi è un osservatore interessatissimo della situazione, ma attenzione, la proprietà potrebbe anche pensare a un terzo nome che non sia nessuno dei due già citati.
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