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L'ex Foti: "Soffro a vedere la Reggina in D. Ma dopo la terapia intensiva, dovetti lasciare"
Una lunga avventura alla Reggina, quella vissuta principalmente negli anni '90 del secolo scorso da Pasquale “Lillo” Foti, imprenditore del settore di abbigliamento che è stato a lungo presidente del club amaranto; era il 1986 e, con una cordata, Foti rilevava il club, divenendone presidente cinque anni dopo e guidando i calabresi dalla C1 alla Serie A nel 1999. Lasciò la carica solo nel 2013, per tornare poi l'anno dopo, ma i tempi non erano più quelli di una volta, e una prima crisi si ebbe nell'estate 2015, quando Foti decise di non iscrivere la squadra in C. Da li la ripartenza dalla D, campionati vinti, una Serie B e, storia recente, un nuovo crac.
Il club di Felice Saladini viene escluso dalla Serie B 2023-2024 a seguito del mancato pagamento dei debiti tributari entro la data scadenza, e riparte dalla Serie D, categoria dove milita tutt'oggi, nel Girone I della stessa. Con ambizioni di promozione.
Ma intanto, sulla situazione attuale, queste le parole di Foti, che ha parlato a La Gazzetta dello Sport in edicola quest'oggi: "Soffro molto a vederla così. Dovetti mollare, oltre che alcuni errori di gestione, a causa di problemi di salute: cinque giorni in terapia intensiva, mi dissi basta. Sono stati 30 anni straordinari ma oggi non sono più nelle stesse condizioni di quando frequentavo il Sant’Agata dalla mattina alla sera. Devo dedicarmi alla mia azienda. Però, rimango sempre innamorato della Reggina e del calcio".
Il club di Felice Saladini viene escluso dalla Serie B 2023-2024 a seguito del mancato pagamento dei debiti tributari entro la data scadenza, e riparte dalla Serie D, categoria dove milita tutt'oggi, nel Girone I della stessa. Con ambizioni di promozione.
Ma intanto, sulla situazione attuale, queste le parole di Foti, che ha parlato a La Gazzetta dello Sport in edicola quest'oggi: "Soffro molto a vederla così. Dovetti mollare, oltre che alcuni errori di gestione, a causa di problemi di salute: cinque giorni in terapia intensiva, mi dissi basta. Sono stati 30 anni straordinari ma oggi non sono più nelle stesse condizioni di quando frequentavo il Sant’Agata dalla mattina alla sera. Devo dedicarmi alla mia azienda. Però, rimango sempre innamorato della Reggina e del calcio".
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