
Continuano le indagini sull'agguato che i tifosi della Nocerina tesero ai supporters della Cavese
Al setaccio i telefoni dei sette ragazzi di Nocera Inferiore, indagati per la rissa di gennaio scorso, a Nocera Superiore, contro gli ultras della Cavese che ritornavano da Avellino. E' il retroscena dell'inchiesta condotta congiuntamente da polizia e Digos di Salerno, che con il sequestro dei telefoni cellulari mira a recuperare elementi utili per l'indagine. Ma anche per individuare i restanti autori di quegli scontri violenti, consumati anche contro gli agenti di polizia. Ad agire, infatti, sarebbero state almeno 100 persone.
L'inchiesta si sviluppò dopo che un centinaio di quelli che sono ritenuti supporter della Nocerina, aggredirono in via Citola, 14 minivan che trasferivano i tifosi della Cavese, a casa, dopo la partita disputata contro l'Avellino, in casa irpina. L'agguato - secondo la tesi della Procura di Nocera Inferiore - fu consumato con lancio di bombe carta e altri oggetti contundenti. Contro i tifosi metelliani ma anche contro gli agenti di polizia. Le telecamere di sorveglianza hanno permesso di individuare, allo stato, 7 dei potenziali autori del raid violento. Altri se ne cercano. Andrà anche chiarito perchè una parte dei tifosi della Cavese cambiò tragitto, decidendo di passare per Nocera Superiore, rispetto alle indicazioni della Questura. L'inchiesta è appena agli inizi.







