Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / potenza / Mondo Calcio
Tra fede, calcio e superstizione l'Avellino è pronto a mettere la freccia per la Serie B
Oggi alle 16:53Mondo Calcio
di Redazione
per Tuttopotenza.com
fonte telenostra.tv

Tra fede, calcio e superstizione l'Avellino è pronto a mettere la freccia per la Serie B

Nel pomeriggio il Cerignola che nel prossimo turno di campionato riposerà ha perso a Crotone

“Che ‘a Maronna ci accompagni.” È questa la frase che riecheggiava tra i tifosi mentre scortavano l’US Avellino nel pellegrinaggio verso il Santuario di Montervergine. Un rituale antico, quasi arcaico, che intreccia il sacro – la devozione popolare – e il profano – il calcio, unica vera religione laica dei nostri tempi.

L’accoglienza, come da tradizione, è stata affidata a Padre Abate Riccardo Luca Guariglia, che ha ricevuto la squadra, lo staff e i dirigenti nel cuore spirituale dell’Irpinia. Un incontro carico di simbolismo, in cui la fede si mescola alla speranza sportiva, come se una benedizione potesse tramutarsi in punti in classifica.

Per i calciatori, per i tifosi, per chi vive il calcio come un’ossessione, la visita a Montervergine è un rito che resiste al tempo. Si faceva ai tempi della Serie A, quando dirigenti e allenatori si inerpicavano fino alla cima della montagna con la stessa fede di chi affida il proprio destino a un voto, e si fa ancora oggi, in un calcio ormai consumato da business e algoritmi, ma ancora legato a certi gesti ancestrali.

Lescano non ha nascosto la sua emozione quando, ricevuta la benedizione, ha avuto modo di scambiare due parole lontano dai microfoni. Mister Biancolino, da sempre devoto alla Madonna di Montervergine, ha vissuto il momento con la solennità di chi ha fatto della fede una compagna di viaggio anche nei giorni più bui della carriera.

In Italia, si sa, il confine tra calcio e religione è sottile, quasi inesistente. La fede per la propria squadra è l’ultima grande narrazione collettiva, l’ultimo baluardo contro il cinismo della modernità. Le ideologie sono crollate, la morale si è dissolta, la famiglia è stata frantumata a colpi di social e alienazione, ma i tifosi restano. Ostinatamente. Anche di fronte al biasimo di chi, con la spocchia di chi si crede superiore, vorrebbe cancellare pure l’ultima superstizione: l’amore eterno per quei colori che resistono, anche quando tutto il resto crolla.