
La 2ª volta è ancora più bella. La vita in hotel in tuta di mister promozione Fabio Grosso
Vive in hotel in tuta e vive di calcio h24. Federico Buffa lo ha definito come uno schivo ma come uno che "rappresenta un modo di stare nel professionismo complesso da ritrovare per la serietà, l’approccio, l’etica e la capacità di insegnare calcio". Per tutti è e sarà sempre l'uomo del rigore, l'uomo del Mondiale, ma non diteglielo perché come tutti i grandi artisti è finito con l'odiare il suo capolavoro più grande ma da qualche giorno mister Fabio Grosso può aggiungere al suo elenco di (capo)lavori anche la promozione in Serie A.
Le etichette non gli piacciono ma non se la prenderà se qui lo chiameremo mister promozione. Dopo il grande traguardo ottenuto due anni fa con il Frosinone ci ha riprovato e ci è riuscito, se possibile superandosi anche, con il Sassuolo. In rosa alcuni degli interpreti di quel Frosinone come Samuele Mulattieri, Daniel Boloca e Luca Moro, poi anche Luca Mazzitelli da gennaio ma soprattutto la sua guida in panchina. Una luce in mezzo al buio della tempesta post-retrocessione. Un faro a cui il Sassuolo si è aggrappato per ricostruire dalle macerie.
SCELTI DA SASSUOLONEWS:
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A luglio a Ronzone c'erano 40 giocatori e, come raccontato anche da Pedro Obiang, non è stato un periodo semplice. E nemmeno il lavoro svolto dalla società e poi dall'allenatore e dai giocatori è stato semplice e scontato. Non siamo al discount d'altronde. Ha saputo costruire un gruppo di uomini prima e poi di calciatori, puntando sulla motivazione perché - come ha dichiarato lo stesso Grosso - era più facile scappare dopo una retrocessione. Chi è rimasto lo ha fatto mettendo in campo anche la voglia di rivalsa per un'annata - quella precedente - che ha portato a una retrocessione inaspettata.
Solo il 25% delle squadre retrocesse torna in Serie A l'anno seguente, segnale di quanto sia più difficile centrare la promozione che fallire la missione. Il Sassuolo è tornato in A al primo colpo grazie anche alla scelta di Fabio Grosso in panchina. Un condottiero che con il suo carisma, il suo trasporto e le sue idee ha plasmato un grande gruppo, riuscendo a far sentire tutti importanti e non è un caso se questo Sassuolo può riscrivere il libro dei record non solo del club ma anche dell'intero campionato di B. E non è un caso se si è passati nel giro di un anno (con tutte le differenze del caso) da 0 gol dei subentrati a 21 (miglior squadra d'Italia). No, non è un caso. Le squadre somigliano agli allenatori, recita una vecchia legge non scritta del calcio. Ed è così.
Dopo le prime 4 gare con 5 punti in classifica forse qualche dubbio sulla 'scommessa' Sassuolo a Fabio Grosso sarà venuta. Era un Sassuolo ancora sperimentale, con giocatori che avevano il mal di pancia, ma è stato Fabio Grosso la panacea di tutti i mali. Il tecnico ha saputo porre - come da mantra - le basi per costruire una casa con fondamenta solida. Pian piano ha costruito un grattacielo che invidierebbero pure a Manhattan e non è un caso - di nuovo - se questo Sassuolo ha vinto, anzi, stravinto questo campionato di Serie B. Miglior attacco del campionato, 11 vittorie consecutive in casa, un grande affiatamento con il popolo neroverde e con la squadra.
Ora all'orizzonte una scommessa ancor più difficile, con la Serie A in arrivo. Ma ci sarà tempo per pensare e valutare. Intanto Sassuolo ringrazia Fabio Grosso per l'immediata risalita in Serie A sperando di poter aprire un ciclo come fu con Eusebio Di Francesco la prima volta in Serie A. Perché noi ce l'abbiamo Grosso! Il cielo è neroverde sopra Sassuolo!







