Troise, sfida speciale: era in lizza per la panchina
Per Emanuele Troise la partita di oggi non è come tutte le altre. Il tecnico dell'Arezzo, infatti, affronta quella che poteva essere la sua squadra in questa stagione. È storia di metà maggio, quando il Pescara appena eliminato dai playoff stava iniziando a pensare al futuro, tra mille problemi e con la vicenda societaria sullo sfondo connotata dalla trattativa poi naufragata con l'imprenditore ciociaro Rosettano Navarra. Una telefonata esplorativa a Troise partì dal telefonino di Daniele Delli Carri, all'epoca ancora direttore sportivo biancazzurro, per saggiare la sua eventuale disponibilità a raccogliere l'eredità di Zdenek Zeman, colui che da giocatore lo fece esordire in serie A nella squadra dei suoi sogni e della sua città, il Napoli.
Reduce da una annata assai importante a Rimini, dove da subentrante portò i romagnoli dai bassifondi della graduatoria al secondo turno playoff, il 45enne tecnico partenopeo sarebbe stata la prima scelta del Delfino se alla fine la proprietà avesse deciso di affidare la conduzione tecnica ad un giovane emergente. Il resto è storia, con il sondaggio pescarese per Francesco Baldini e la trattativa per Attilio Tesser prima di virare con decisione su Silvio Baldini, scelta rivelatasi azzeccatissima. Troise, dopo aver immediatamente capito che l'ipotesi Pescara era destinata a non concretizzarsi, ha così subito accettato la corte dell'Arezzo, club con il quale il 30 maggio ha firmato un contratto biennale e dove ha come vice l'abruzzese Domenico Di Cecco. E oggi proverà a far rispettare una tradizione casalinga assai favorevole del suo Arezzo nelle sfide contro il Pescara.