"La conferma che Zauli non impara dai suoi errori e non insegna alla squadra il modo in cui non ripeterli"

L'opinione di Stefano De Francesco dopo la partita Perugia-Vis Pesaro di ieri sera. “Perdido como un perro en cancha de bochas” è un modo di dire argentino. Vuol dire perso come come un cane in un campo di bocce. Lo si dice per indicare una persona completamente disorientata. Infatti l’impressione che abbiamo guardando questa nuova società, è proprio quella di persone che non sanno che pesci prendere. Ieri in uno stadio desolatamente vuoto, in cui gioca una squadra desolatamente scarsa, guidata da un allenatore desolatamente inadatto, gestita da una società desolatamente assente, è andata in scena l’ennesima desolante sconfitta di questa stagione, di quello che era una volta il Perugia che riempiva lo stadio di tifosi e d’orgoglio un intera città.

Tutto questo nel desolante silenzio della società. Il nostro allenatore Lamberto Zauli (voto 4), scelto ricordiamolo dalla nuova proprietà ha un ruolino di marcia terribile, 16 punti in 15 gare. Zauli è un allenatore che purtroppo non impara dai suoi errori e non insegna quindi alla squadra, il modo in cui non ripeterli. Ieri sera è andata in onda la replica di ciò che era già successo a Gubbio. Espulsione sciocca di un giocatore del Perugia, ad una manciata di minuti dalla fine, squadra che è in possesso di palla a pochi secondi dal termine della gara e che la perde, permettendo agli avversari di realizzare la rete.

Dicevamo di Zauli, 16 punti in 15 partite, un andamento da retrocessione diretta che però non è evidentemente sufficiente per portare Javier Faroni e il suo direttore generale Hernan Borras a sostituirlo. Mancanza di denaro, mancanza di interesse per il progetto sportivo o semplicemente incapacità gestionale? Non lo sappiamo ma che a questo Perugia, manchi una società presente, è un dato di fatto.

Il mercato di gennaio non ha fatto che confermare, la gestione misera di questa nuova proprietà. Pochi e mediocri arrivi che infatti non hanno potuto invertire una rotta che ci porta a vedere il baratro, più vicino di quello che si pensi. Tutto questo con buona parte della stampa che non si sogna di fare una critica, come d’altra parte e questa è la cosa più triste fa anche una parte della tifoseria che si beve in silenzio, le panzane di un progetto che nella realtà è assolutamente inesistente.

Dovrei parlare della partita ma non ne vale la pena. Dico solo che la pochezza della maggior parte dei giocatori tra cui spiccano Matos (voto 4,5) e Torrasi (voto 4), finisce per coinvolgere anche i migliori tipo Cisco (voto 5).

La responsabilità del nervosismo di Amoran (voto 3) che non trova di meglio che colpire sul volto un avversario a due metri dall’arbitro o di Montevago (voto 3) che invece per fortuna viene graziato dal direttore di gara, è di un allenatore scadente, di un direttore come Meluso, arrivato in pompa magna e che si è notato solo per essersi fatto espellere anche lui a Rimini, la scorsa settimana. Un modo senz’altro singolare per dare il buon esempio ai propri calciatori.

A proposito di Meluso, una riflessione si impone, se il nostro Direttore Sportivo Generale, fosse ancora il fenomeno che qualcuno propaganda, non sarebbe venuto in una società mediocre come l’attuale Perugia. Se è qui è perché probabilmente non aveva altre offerte. Resta la domanda su che cosa è venuto a fare a Perugia e con il Perugia, questo signor Javier Faroni ma anche più modestamente mi accontenterei di sapere se vista la situazione drammatica in cui versa la squadra, pensa di tornare da queste parti, l’aereo ce l’ha… ma questa è un’altra storia…

Un ultima cosa un grosso grazie a Massimiliano Santopadre. Vendere a questi signori è stato l’ultimo atto scellerato di una gestione scellerata".