Elena Sabatino con tante nuove idee alla direzione musicale del "Menotti Art Festival" di Spoleto
Elena Sabatino, direttrice musicale del Menotti Art Festival guidato da Luca Filipponi, racconta come la sua esperienza internazionale come cantante lirica e docente abbia preparato il terreno per guidare uno dei più importanti eventi culturali di Spoleto. Condivide la sua visione per un festival che valorizzi giovani talenti e che, attraverso l'integrazione tra tradizione e innovazione, possa coinvolgere un pubblico sempre più ampio e internazionale. Dalle nuove tecnologie all’inclusività, esprime il desiderio di rendere il festival una piattaforma aperta e un trampolino per le promesse della musica e dell’arte.
"Le mie esperienze artistiche derivano in primo luogo da una lunga carriera come cantante lirica, svolta sia a livello nazionale, sia internazionale. Seguono molti anni di insegnamento a giovani cantanti e la partecipazione come docente a numerose masterclass. Da circa venti anni sono presidente dell’Associazione R. Leoncavallo di Potenza che organizza l’omonimo concorso lirico internazionale, il concorso Mario Pilati per gli alunni delle scuole medie e licei musicali, eventi e concerti legati al mondo della lirica e non solo. Con l’Associazione Leoncavallo abbiamo prodotto opere liriche, operette e musical. Il Menotti Art Festival per sua natura si propone di valorizza figure ed esperienze artistiche di varia natura che abbiano sicuramente una forte connotazione di innovazione in sintonia con lo spirito del grande Maestro cui è dedicato. Per quanto riguarda il settore musicale, vorrei cercare di dare molto spazio ai giovani talenti sia favorendo, per quanto possibile, la realizzazione di masteclass, sia l’organizzazione di concerti ed altre attività legate al Festival, ma in una dimensione temporale più ampia. Il mio sogno è quello che queste esperienze e la città di Spoleto possano essere il trampolino di lancio per giovani promesse". Anticipa che "dalle prossime edizioni del festival ci saranno ulteriori figure di alto spessore artistico e che si siano impegnate in un percorso di ricerca, spesso fatto anche di confronto con la tradizione. Per quanto riguarda le tematiche, sinceramente penso che, più che individuarne alcune in maniera dettagliata, compito dell’arte, e della musica nel mio caso, sia quello di rapportarsi in qualche modo al presente e, con i suoi strumenti particolari, aprire finestre sulle contraddizioni e le problematiche del controverso e turbolento tempo in cui viviamo. L'idea è di rendere il festival più inclusivo e accessibile a un pubblico giovane o internazionale con questa possibilità legata alle attività che si riusciranno ad organizzare, magari in collaborazione con enti e associazioni straniere. Non dimentichiamo che il nome e il prestigio di Menotti hanno una valenza internazionale, tocca a noi promuoverlo attraverso iniziative di alto livello che abbiano una forte capacità attrattiva. L’interscambio tra digitale e fisico è ormai una realtà acclarata, non si possono demonizzare le nuove tecnologie laddove possono essere un ottimo supporto alla realizzazione di molti progetti e dove sia sempre la creatività umana a farla da padrona. Certo l’avanzare di strumenti come l’intelligenza artificiale apre nuovi scenari spesso preoccupanti. Anche la figura dell’artista sarà destinata a soccombere sotto il peso di un software? Ecco uno degli interrogativi cui proprio gli artisti devono rispondere con la loro capacità intuitiva e creativa, con l’abilità esecutiva e interpretativa". Elena Sabatino aggiunge che "saranno avviate ulteriori iniziative in
collaborazione con altri enti e associazioni anche internazionali, ma penso anche al mondo dell’istruzione, come i licei musicali e conservatori di musica. Si potrebbe proporre una sorta di concorso tematico e i vincitori invitati a partecipare alle varie premiazioni. Il Menotti Art Festival è, e deve esserlo sempre di più, una sorta di full immersion nella storia e nella bellezza di Spoleto e nelle suggestioni artistiche e culturali che il Festival propone.
Un’esperienza che aiuti a contrapporre, senza retorica, il bello e l’amore per l’arte alle storture che ci circondano, senza la pretesa di pensare di cambiare il mondo, ma solo quella di aver dato un piccolissimo contributo alla crescita spirituale ed emozionale dei partecipanti".