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Moratti: "Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere. Mai pentito di aver ceduto l'Inter"
Chi meglio di Massimo Moratti può spiegare che cosa significhi fare il presidente? Sicuramente esistono poche persone in Italia in grado di farlo e quindi il suo parere diventa davvero molto importante. Nell'intervista rilasciata a La Repubblica ha ripercorso le tappe della cessione dell'Inter: "Ho iniziato a pensare nel 2011 che servisse qualcun altro al comando. I tifosi non sono contenti se hanno un presidente appassionato, ma che non tira fuori una lira. Così quando è arrivato l'interesse di Erick Thohir ho deciso di defilarmi, di fare un passo indietro. Era uno intelligente e che aveva i mezzi. Con la cessione alla famiglia Zhang anche lui ha fatto un buon affare".
Perché i presidenti come lei stanno scomparendo?
"Il calcio va dove ci sono maggiori possibilità economiche, è normale. E poi qui si parla di fondi, soldi di tanti, oppure di famiglie con enormi patrimoni come i fratelli Hartono, i proprietari del Como, che possono sostenere i costi necessari a gestire oggi una società di Serie A".
Qualcuno però resiste.
"Sì e ne sono felice, ma il calcio ogni anno diventa un business sempre più caro, un gioco pericoloso da tenere in piedi. Dovessero ricevere una buona offerta venderanno anche loro. Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere, la strada è quella. Agli spettatori non interessa la nazionalità, per loro basta che la società sia seria".
Si è mai pentito di aver ceduto l'Inter?
"No, ogni cosa ha il suo tempo e io ho consumato bene il mio. Ripenso spesso alla mia Inter, ma non ho mai avuto nostalgia dei miei anni da presidente. È stato giusto fare un passo indietro, ma è stata un’avventura bellissima".
Perché i presidenti come lei stanno scomparendo?
"Il calcio va dove ci sono maggiori possibilità economiche, è normale. E poi qui si parla di fondi, soldi di tanti, oppure di famiglie con enormi patrimoni come i fratelli Hartono, i proprietari del Como, che possono sostenere i costi necessari a gestire oggi una società di Serie A".
Qualcuno però resiste.
"Sì e ne sono felice, ma il calcio ogni anno diventa un business sempre più caro, un gioco pericoloso da tenere in piedi. Dovessero ricevere una buona offerta venderanno anche loro. Si va verso una Serie A con tutte proprietà straniere, la strada è quella. Agli spettatori non interessa la nazionalità, per loro basta che la società sia seria".
Si è mai pentito di aver ceduto l'Inter?
"No, ogni cosa ha il suo tempo e io ho consumato bene il mio. Ripenso spesso alla mia Inter, ma non ho mai avuto nostalgia dei miei anni da presidente. È stato giusto fare un passo indietro, ma è stata un’avventura bellissima".
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