
Chivu: "Vorrei vedere cinismo perché la Serie A non ti regala tante situazioni di gioco"
L'allenatore del Parma Cristian Chivu, ha parlato oggi in conferenza per presentare la sfida con la Juve. Questo un estratto: "Abbiamo creato con l'Inter due situazioni chiare da rampi a portiere e le abbiamo sbagliate. Poi lo stesso dopo due minuti a Firenze, sottoporta, abbiamo sbagliato. Io vorrei vedere cinismo, perché la Serie A non ti regala tante situazioni di gioco, soprattutto con una squadra come la nostra. Bisogna capire l'unità, anche se si arriva cinque volte in area, ma tu per tu con il portiere bisogna che noi facciamo cinque gol. Un po' di cinismo, io la vorrei vedere. Per quanto riguarda manovra e sviluppo, abbiamo fatto delle buone cose contro l'Inter nel secondo tempo, dove non avevamo niente da perdere. Abbiamo fatto delle belle cose anche nel primo tempo a Firenze. Non siamo stati consistenti nel secondo tempo a Firenze, dove secondo me si poteva far di più. A me trova anche, riflettendo sulla partita, il fatto che probabilmente i gialli ci hanno un po' condizionati a livello di spirito, a livello di prendersi qualche rischio su qualche duello. Però queste non sono scuse, non sono alibi".
Otto punti in sette partite. Si sente l'aggiustatore di questa situazione?
"Quello che a me fa piacere è che abbiamo trovato entusiasmo, anche nella piazza, che ci ha dato sempre una mano, soprattutto nelle partite in casa ma anche a Verona per esempio. Io sto facendo il mio lavoro, sto cercando di aggiungere qualche pezza ai miei ragazzi. Questo è un lavoro ma è anche una passione: bisogna venire qui e innamorarsi di quello che si fa, bisogna venire con entusiasmo tutti i giorni per migliorare e non per passare un'altra giornata e aspettare, non lo so, il stipendio che arriva a fine mese, aspettare che magari a fine anno succederà qualcosa. Bisogna andare sempre a alzare l'asticella nella motivazione, nelle ambizioni che individualmente o anche di squadra possono avere. Per quanto riguarda me, io faccio un umile lavoro di capire i momenti, di non creare confusione e di dare merito a loro, perché alla fine sono loro quelli che lavorano in campo, sono loro quelli che capiscono le tue intenzioni, le tue idee. Ogni allenatore, come ognuno, potrebbe fare l'allenatore se fosse solo per aggiustare o dare. È un lavoro molto più complicato, ma al merito di sempre dei giocatori che cercano sempre di mettersi a disposizione di quelle che sono le idee di un allenatore e cercano sempre di migliorare".
Volevo chiedere quanto per la squadra è importante sapere bilanciare questo entusiasmo e questa fiducia con comunque l'umiltà per avere quello spirito di sacrificio che abbiamo visto.
"Bilanciare le due cose non è mai semplice. Questo è un lavoro in cui bisogna avere la sensibilità di capire. A me fa piacere vedere questo perché abbiamo lavorato per avere questo entusiasmo e questo approccio alle partite, però nello stesso tempo i nostri ragazzi sono consapevoli dell'umiltà che devono mettere e del lavoro che devono fare sempre. Le due cose le abbiamo bilanciate credo abbastanza bene, però siccome sono un perfezionista, credo che si può sempre migliorare".
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