Sei mesi in Suzuki: alti e bassi del portiere giapponese, ma le potenzialità sono di livello importante
Zion Suzuki è arrivato a Parma lo scorso 15 luglio e dopo poche settimane si è subito preso i pali crociati, scalzando Leandro Chichizola. Un portiere che potremmo definire atipico per quanto siamo abituati a vedere, ha uno stile di parata lontano dalla scuola italiana, spesso più istintivo che tecnico, ma comunque molte volte efficace. 16 presenze e 28 reti subite non sono certamente un bottino di cui andare troppo fieri, ma le reti subite su errore del portiere nipponico non sono tante.
Qualche errore di posizionamento, diverse sbavature in uscita ma anche tante parate tra i pali, di istinto o di figura: i primi sei mesi in maglia crociata del portiere nipponico sono sufficienti, non esaltanti, ma errori e buonissime prestazioni si compensano per un giudizio che è ancora positivo, data anche la giovane età ed il periodo di adattamento al calcio italiano. Lo staff tecnico sta lavorando tanto sul portiere crociato, al suo arrivo tentava prese, anche pericolose, ed amava girare per l'area di rigore alla ricerca dei palloni alti: ora lo si vede di più respingere e scegliere con giudizio tempi e modi di uscita.
Ed oltre al lavoro tra i pali, sicuramente tanto visto che è tra i portieri in Serie A che ha dovuto compiere più interventi, mister Pecchia gli chiede di essere il primo regista della squadra: da lui partono le azioni crociate, che siano manovrate o con un calcio diretto sopra la linea avversaria. I margini di miglioramento sono ancora ampi e certamente Suzuki diventerà un portiere di alto livello: ora serve che il Parma ritrovi equlibrio e tranquillità, così anche tutta la fase difensiva ne trarra giovamento. E lo stesso Suzuki ringrazierà.