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Caso Brunori, mercato che non ingrana e ora contestazione. Il Palermo targato City non decolla
Dopo un nono, un sesto posto e una semifinale play off di Serie B persa, in casa Palermo questa estate si sognava di salire di un altro gradino e lottare a pieno titolo per la promozione diretta in modo da coronare al meglio il primo triennio a guida City Football Group, la holding di proprietà dello sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan che controlla fra le altre Manchester City e New York City. Del resto con alle spalle una proprietà così ricca e ambiziosa il passo in avanti, dopo due anni d’assestamento a seguito della rinascita dalle ceneri del fallimento e della scalata dalla Serie D alla seconda serie, sembrava naturale nel percorso di crescita della squadra rosanero.
L'estate in fondo aveva portato in Sicilia giocatori d'esperienza e valore per arricchire ulteriormente una rosa già forte e permettere al nuovo tecnico Alessio Dionisi di avere ancora più alternative in tutti i ruoli. Ma un po' la sfortuna – vedi gli infortuni di Alfred Gomis e Alexis Blin –, un po' le difficoltà di adattamento dei nuovi – soprattutto di quel Jeremy Le Douaron che è stato l'acquisto più caro del mercato di Serie B –, senza dimenticare lo scoppio del caso Brunori, mai risolto del tutto e sotterrato sotto la cenere da una pace di fine estate che però sta risultando più deleteria che altro, non hanno permesso alla squadra di trovare quella continuità e quei risultati che tutti si aspettavano.
E così il Palermo si trova a navigare sull'orlo dell'accesso ai play off, ma molto lontano dal terzetto di testa – formato da Sassuolo, Spezia e Pisa – che ora dista ben 12 punti. E seppur il tempo per recuperare ci sia, le cose in casa rosanero non sembrano far sperare per il meglio con la contestazione di una parte della tifoseria organizzata (gli Ultras Curva Sud) esplosa nella giornata di ieri con un duro messaggio indirizzato proprio alla proprietà che recitava: “City Group: squadra senza palle e dirigenti incompetenti. La vostra 'programmazione' offende la nostra passione".
Il timore è che anziché seguire le orme di Manchester City o Girona, il Palermo possa prendere la strada imboccata da Lommel e Troyes, squadre che ancora lottano per salire nelle rispettive prime divisioni. Un'eventualità che a Palermo tutti sperano di evitare.
L'estate in fondo aveva portato in Sicilia giocatori d'esperienza e valore per arricchire ulteriormente una rosa già forte e permettere al nuovo tecnico Alessio Dionisi di avere ancora più alternative in tutti i ruoli. Ma un po' la sfortuna – vedi gli infortuni di Alfred Gomis e Alexis Blin –, un po' le difficoltà di adattamento dei nuovi – soprattutto di quel Jeremy Le Douaron che è stato l'acquisto più caro del mercato di Serie B –, senza dimenticare lo scoppio del caso Brunori, mai risolto del tutto e sotterrato sotto la cenere da una pace di fine estate che però sta risultando più deleteria che altro, non hanno permesso alla squadra di trovare quella continuità e quei risultati che tutti si aspettavano.
E così il Palermo si trova a navigare sull'orlo dell'accesso ai play off, ma molto lontano dal terzetto di testa – formato da Sassuolo, Spezia e Pisa – che ora dista ben 12 punti. E seppur il tempo per recuperare ci sia, le cose in casa rosanero non sembrano far sperare per il meglio con la contestazione di una parte della tifoseria organizzata (gli Ultras Curva Sud) esplosa nella giornata di ieri con un duro messaggio indirizzato proprio alla proprietà che recitava: “City Group: squadra senza palle e dirigenti incompetenti. La vostra 'programmazione' offende la nostra passione".
Il timore è che anziché seguire le orme di Manchester City o Girona, il Palermo possa prendere la strada imboccata da Lommel e Troyes, squadre che ancora lottano per salire nelle rispettive prime divisioni. Un'eventualità che a Palermo tutti sperano di evitare.
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